Spunti di vista

Quando la burocrazia è assurda

08.21.2015 - By Radio 24Play

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La realtà quotidiana italiana è costellata di casi paradossali dove la burocrazia offende il buonsenso, e sfida le più basilari leggi: dalle diecimila norme scritte in "burocratese" che regolano il commercio dell'acqua minerale, al caso del dipendente statale che per contratto deve lavorare un minuto alla settimana. Una burocrazia a tratti kafkiana, più spesso pirandelliana che, se non fosse per il fatto che incide direttamente e pesantemente sulla vita dei cittadini (e sulle loro finanze), sarebbe tutta da ridere. Ma c'è un modo per semplificare le nostre leggi affinché non rappresentino un peso inefficiente e, soprattutto, incomprensibile? Ne parliamo con Michele Ainis, professore di diritto pubblico all'Università Roma Tre, con Enrico Zanetti, Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Economia e delle Finanze, con Maurizio Caprino, giornalista de "Il Sole 24 Ore" e con Gian Antonio Stella, giornalista che al tema della burocrazia ha dedicato il suo ultimo libro "Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli, la guerra infinita alla burocrazia" (Feltrinelli, 2014).

In apertura, l'evoluzione del terrorismo internazionale. L'uccisione dell'archeologo Khaled Asaad, che a Palmira si era rifiutato di rivelare ai miliziani dell'ISIS il luogo dove aveva nascosto dalla furia iconoclasta del Califfato centinaia di reperti antichi, e l'attentato davanti al Palazzo della Sicurezza nazionale del Cairo sono infatti gli ultimi episodi di una lunga scia di sangue. L'ISIS continua ad impiegare tutte le sue forze per espandersi e per consolidare la sua presenza sul territorio siriano, e lo fa utilizzando precise metodologie mediatiche, rivolte al mondo esterno. Si tratta di messaggi di diverso tipo: da un lato la linea del terrore, e dei messaggi indirizzati agli infedeli, e quella più spiccatamente propagandistica, che mira invece ad attrarre nuovi "talenti" e professionisti, per fare del Califfato una vera e propria potenza mondiale. Significativa in questo senso è l'esistenza di una guida turistica in inglese, diffusa in rete dallo scorso maggio, che dipinge lo Stato Islamico come un "magnete di talenti", dove si possono godere di un clima "da resort" e di ottimi servizi pubblici, e che evita accuratamente di menzionare decapitazioni e repressioni. Approfondiamo la complessità di questo tipo di comunicazione con Riccardo Mazzon, co-autore con Antonio Albanese e Graziella Giangiulio del documentario "Stato Islamico: nascita di un format", con Giampiero Gramaglia, giornalista del Fatto Quotidiano ed Consigliere per la comunicazione dell'IAI (Istituto Affari Internazionali), e con Padre Giuseppe Scattolin, missionario comboniano, e professore di mistica islamica all'Università Gregoriana, al PISAI e a Dar Comboni (Cairo).

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