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La prima parte del video si apre nel cuore di Palermo, dentro uno dei luoghi più emblematici dell’antimafia sociale: un bene confiscato sottratto ai fratelli Graviano e restituito alla cittadinanza. Questo passaggio, apparentemente semplice, rappresenta già un’intera filosofia: trasformare il potere criminale in patrimonio civile, un luogo dove la comunità riconquista spazio, voce e futuro. Oggi quel luogo ospita la Bottega dei Saperi e dei Sapori, un presidio che unisce educazione, economia civile e partecipazione.
La Bottega dei Saperi accoglie ogni anno oltre 3.000 studenti, diventando un punto di riferimento per la formazione civica, il contatto diretto con la storia dei beni confiscati e la comprensione di cosa significhi generare impatto dal basso. È uno spazio di ascolto e consapevolezza dove la narrazione dell’antimafia diventa concreta, quotidiana, ancorata alla realtà dei territori.
Parallelamente, la Bottega dei Sapori dà forma pratica all’economia civile, valorizzando prodotti provenienti dai terreni confiscati e dalle cooperative che operano in contesti difficili: agricoltura sociale, filiere etiche, realtà carcerarie, esperienze che dimostrano come il territorio possa essere rigenerato attraverso pratiche di lavoro dignitose e comunitarie. Qui si vede chiaramente il legame tra legalità, sviluppo sostenibile e valore condiviso.
Questa prima parte non racconta solo un luogo: introduce un paradigma. Libera mostra che la trasformazione non nasce da dichiarazioni, ma da pratiche quotidiane, dalla capacità di coinvolgere gli stakeholder, di dare forma al cambiamento con strumenti concreti. È il livello più profondo della valorizzazione dell’impatto, che non si limita a misurare ciò che accade, ma mette in moto processi che diventano cultura.
In questo segmento emergono chiaramente i temi fondanti: la forza dell’antimafia sociale, la centralità della comunità, la concretezza della rigenerazione dei beni, la costruzione dal basso di percorsi di impatto trasformativo, e la logica per cui il territorio diventa un laboratorio vivo di cittadinanza. È qui che nasce il messaggio chiave: prima di essere una politica pubblica, l’impatto è un’azione civile e collettiva.
By oscura2000La prima parte del video si apre nel cuore di Palermo, dentro uno dei luoghi più emblematici dell’antimafia sociale: un bene confiscato sottratto ai fratelli Graviano e restituito alla cittadinanza. Questo passaggio, apparentemente semplice, rappresenta già un’intera filosofia: trasformare il potere criminale in patrimonio civile, un luogo dove la comunità riconquista spazio, voce e futuro. Oggi quel luogo ospita la Bottega dei Saperi e dei Sapori, un presidio che unisce educazione, economia civile e partecipazione.
La Bottega dei Saperi accoglie ogni anno oltre 3.000 studenti, diventando un punto di riferimento per la formazione civica, il contatto diretto con la storia dei beni confiscati e la comprensione di cosa significhi generare impatto dal basso. È uno spazio di ascolto e consapevolezza dove la narrazione dell’antimafia diventa concreta, quotidiana, ancorata alla realtà dei territori.
Parallelamente, la Bottega dei Sapori dà forma pratica all’economia civile, valorizzando prodotti provenienti dai terreni confiscati e dalle cooperative che operano in contesti difficili: agricoltura sociale, filiere etiche, realtà carcerarie, esperienze che dimostrano come il territorio possa essere rigenerato attraverso pratiche di lavoro dignitose e comunitarie. Qui si vede chiaramente il legame tra legalità, sviluppo sostenibile e valore condiviso.
Questa prima parte non racconta solo un luogo: introduce un paradigma. Libera mostra che la trasformazione non nasce da dichiarazioni, ma da pratiche quotidiane, dalla capacità di coinvolgere gli stakeholder, di dare forma al cambiamento con strumenti concreti. È il livello più profondo della valorizzazione dell’impatto, che non si limita a misurare ciò che accade, ma mette in moto processi che diventano cultura.
In questo segmento emergono chiaramente i temi fondanti: la forza dell’antimafia sociale, la centralità della comunità, la concretezza della rigenerazione dei beni, la costruzione dal basso di percorsi di impatto trasformativo, e la logica per cui il territorio diventa un laboratorio vivo di cittadinanza. È qui che nasce il messaggio chiave: prima di essere una politica pubblica, l’impatto è un’azione civile e collettiva.