Io sono Giorgio Ballarini, sono nato a Livorno nel 1903, ma ho vissuto la mia vera vita a Domodossola. Ti voglio spiegare perché. Ero laureato in Ingegneria e sono arrivato in Ossola nel 1929 come direttore del tronco italiano della Ferrovia Vigezzina Domodossola-Locarno.
Sono stato antifascista da subito, già prima dell’armistizio dell’8 Settembre 1943, ma dopo questa data ho tenuto i contatti con esponenti del Comitato di Liberazione Nazionale (CNL) e con il Consolato Italiano, a Lugano, per l’organizzazione delle attività nelle diverse zone dell’alta Italia.
In quanto direttore della Ferrovia Vigezzina, ho fatto trasportare armi dalla Svizzera, anche clandestinamente e rischiando di essere scoperto, per i primi partigiani della zona, in particolare per il gruppo di Filippo Maria Beltrami.Sono stato Commissario dei Trasporti, Servizi Pubblici e Lavoro nella Giunta Provvisoria di Governo della Repubblica dell’Ossola.
Quando i nazifascisti riconquistarono l’Ossola, sono stato costretto a rifugiarmi di nuovo in Svizzera e sono tornato dopo il 25 aprile 1945. Sono stato nominato primo sindaco di Domodossola dopo la caduta del fascismo.
Nel 1946, ho fondato e sono diventato proprietario del giornale “Eco Risveglio Ossolano” fino al 1970. Attraverso le pagine del giornale, mi sono battuto per gli ideali antifascisti di giustizia e libertà, a me tanto cari. Quante polemiche con esponenti politici, amministratori ed altri personaggi che volevano emergere non con proprie qualità ma con sotterfugi!
Mi sono ritirato dalla vita pubblica solo nei miei ultimi anni di vita e mi sono dedicato a passare del tempo con mia moglie. Il mio ultimo giorno di vita è stato proprio l’anniversario della Liberazione del 1987.La mia amica Gisella Floreanini, con cui ho condiviso la straordinaria esperienza di governo della Repubblica dell’Ossola, alla mia morte ha detto: «Con lui, se ne va un altro valido e sincero esponente di una generazione che non ha esitato a lottare e soffrire per far trionfare gli insopprimibili ideali di libertà».