Mi chiamo Gisella Floreanini ed ora vi racconterò la mia storia. Sono nata a Milano il 3 Aprile 1906, ma rimasi orfana di madre all'età di 4 anni e sono cresciuta con mia sorella Ada, mia nonna e mio padre Renato che era un commerciante; mi sono diplomata al conservatorio in pianoforte e ho iniziato a insegnare per contribuire alle spese familiari. Mi sono sposata con Gianni Todaro dal quale ho avuto mia figlia Valeria. Quando nacque il regime fascista, mi dimostrai subito contraria. Mi innamorai di Vittorio Della Porta e decisi di separarmi da Gianni e, dopo la sua morte, mi sposai con Vittorio e affidai Valeria, seppur con grande sofferenza, prima ai miei parenti e poi alle suore, poichè non potevo conciliare il mio ruolo di madre con quello politico. Nel 1938 mi rifugiai in Svizzera con l’accusa di avere pubblicato stampa clandestina, per aver svolto attività di collegamento con i rifugiati e fui responsabile del Partito Socialista Italiano di Ginevra. Nel 1942 mi iscrissi al Partito Comunista Italiano, rientrai in Italia e presi parte alla Resistenza. Fui arrestata e condannata in carcere a Lugano; in quel periodo mi separai da Vittorio Della Porta e nel Settembre 1944 ritornai in Italia.Durante i 40 giorni della Repubblica dell’Ossola assunsi l’incarico di Commissaria all’Assistenza e fui quindi la prima donna ad assumere la carica di Ministro in Italia quando ancora alle donne non era neanche riconosciuto il diritto di voto. Dopo la rioccupazione di Domodossola da parte dei nazifascisti, non fuggii in Svizzera come fecero gli altri, ma, a piedi, raggiunsi la Valsesia e mi unii alle brigate “Garibaldi”.Nel febbraio del 1945 venni nominata presidente del CLN (Comitato di liberazione nazionale) di Novara e partecipai alle trattative per le condizioni di resa dei Nazifascisti. Dopo la Liberazione d’Italia feci parte della Commissione dei danni di guerra e partecipai all’organizzazione dei “treni della felicità” che trasportavano oltre settantamila bambine e bambini dal Mezzogiorno al Centro Nord, mentre prima della rioccupazione nazifascista di Domodossola avevo organizzato, in accordo con la Croce rossa, un treno di centinaia di bambini diretto in Svizzera per portarli in salvo.Mi venne consegnata la medaglia d’oro della Resistenza e fui eletta alla Camera dei deputati per due legislature, diventai la Co-fondatrice dell’Unione Donne Italiane e accettai l’incarico di trasferirmi a Berlino Est. Rientrata in Italia, ripresi la mia attività politica fino al giorno in cui sono morta, il 30 maggio 1993, a 87 anni, a Milano, però sono contenta che la mia ultima volontà sia stata ascoltata: essere sepolta a Domodossola!La scuola media statale di Domodossola riporta il mio nome e ne sono contenta perché spero che gli studenti che la frequenteranno siano sempre costruttori di pace!