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Furono migrazioni barbariche o furono invasioni barbariche?
Certamente, la battaglia di Adrianopoli (378 dC) fu uno spartiacque fra un “prima” e un “dopo”, fu un evento i cui effetti determinarono condizioni da cui non si poté tornare indietro. Gli studiosi che pongono l’accento sul carattere “migratorio” e costruttivo delle invasioni barbariche tendono a focalizzare i loro studi sul IV secolo. Essi tratteggiano un mondo romano “tutto ancora in piedi”, se così si può dire, a cui aggiungono una forte componente straniera, prima presente in maniera molto minore. In generale il loro discorso verte sul concetto di continuità fra mondo romano e futuri regni romano-barbarici, continuità derivante anche dai numerosissimi elementi culturali e sociali che i nuovi venuti mutuarono dal mondo latino. Emerge insomma l’idea che il passaggio di questi popoli sia, per dirla alla maniera degli anglosassoni, sostanzialmente una “accommodation”.
Altri studiosi, invece, hanno rifiutato la moderna idea di “accomodation” e sono tornati sulla linea classica dell’invasione. Questi studiosi ci ricordano come, soprattutto per le zone periferiche, la disgregazione dello Stato romano segnò una fortissima regressione di tutti gli aspetti della vita civile. Ci ricordano come, ad esempio, i reperti archeologici ritrovati in Britannia – cioè la regione meno romanizzata dell’Impero – testimoniano che sotto i colpi delle invasioni questa zona tornò addirittura a una situazione antecedente all’età del ferro. Questi studi in genere incentrano le loro ricerche su un V secolo ormai maturo.
Questo articolo, con intento divulgativo, cerca di mettere Adrianopoli in un centro ideale, analizzando sia la situazione antecedente che quella successiva.
PRIMA PUNTATA/CINQUE
Autore:
Alessandro Ardigò
Link all'articolo:
https://radicidigitali.eu/2018/03/23/migrazioni-e-imperi-dellaltro-ieri-roma-e-i-goti-prima-parte/
By RadiciDigitali.euFurono migrazioni barbariche o furono invasioni barbariche?
Certamente, la battaglia di Adrianopoli (378 dC) fu uno spartiacque fra un “prima” e un “dopo”, fu un evento i cui effetti determinarono condizioni da cui non si poté tornare indietro. Gli studiosi che pongono l’accento sul carattere “migratorio” e costruttivo delle invasioni barbariche tendono a focalizzare i loro studi sul IV secolo. Essi tratteggiano un mondo romano “tutto ancora in piedi”, se così si può dire, a cui aggiungono una forte componente straniera, prima presente in maniera molto minore. In generale il loro discorso verte sul concetto di continuità fra mondo romano e futuri regni romano-barbarici, continuità derivante anche dai numerosissimi elementi culturali e sociali che i nuovi venuti mutuarono dal mondo latino. Emerge insomma l’idea che il passaggio di questi popoli sia, per dirla alla maniera degli anglosassoni, sostanzialmente una “accommodation”.
Altri studiosi, invece, hanno rifiutato la moderna idea di “accomodation” e sono tornati sulla linea classica dell’invasione. Questi studiosi ci ricordano come, soprattutto per le zone periferiche, la disgregazione dello Stato romano segnò una fortissima regressione di tutti gli aspetti della vita civile. Ci ricordano come, ad esempio, i reperti archeologici ritrovati in Britannia – cioè la regione meno romanizzata dell’Impero – testimoniano che sotto i colpi delle invasioni questa zona tornò addirittura a una situazione antecedente all’età del ferro. Questi studi in genere incentrano le loro ricerche su un V secolo ormai maturo.
Questo articolo, con intento divulgativo, cerca di mettere Adrianopoli in un centro ideale, analizzando sia la situazione antecedente che quella successiva.
PRIMA PUNTATA/CINQUE
Autore:
Alessandro Ardigò
Link all'articolo:
https://radicidigitali.eu/2018/03/23/migrazioni-e-imperi-dellaltro-ieri-roma-e-i-goti-prima-parte/