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Dopo Rahel Varnhagen, restiamo in Germania, ma facciamo un salto di oltre un secolo. Al tempo stesso ci permettiamo per così dire una piccola libertà e ci occupiamo di una donna che, ancorché difficilmente definibile nei termini di una "pensatrice politica", si è misurata costantemente, e talora perfino drammaticamente, con il mondo della politica. L’undicesima video-lezione di "Donne e Pensiero Politico" è infatti dedicata alla figura per molti aspetti controversa di Christa Wolf (1929-2011), scrittrice e intellettuale di primo piano della ex Repubblica democratica tedesca, cioè di quella che a lungo è stata definita la "altra Germania". Che non si tratti di una "pensatrice politica" in senso stretto non deve stupire oltre una certa misura, tanto più se si pensa che i recenti orientamenti storiografici tendono sempre più a "riscoprire" il pensiero politico di autori come Giacomo Leopardi, Vittorio Alfieri e Honoré de Balzac. Nel caso specifico di Christa Wolf ci è sembrato che meritasse particolare attenzione non solo quella sorta di mimetismo con cui è tenuto a fare i conti ogni intellettuale costretto a vivere sotto l’occhio vigile della censura di Stato, ma anche la sua riflessione sul processo di riunificazione tedesca e sul venir meno di quello che, con le parole di Stefan Zweig, potrebbe definirsi ormai "il mondo di ieri". A presentarne il complesso profilo è Anna Chiarloni, docente di letteratura tedesca e professore emerito dell’Università di Torino.
By AA.VV.Dopo Rahel Varnhagen, restiamo in Germania, ma facciamo un salto di oltre un secolo. Al tempo stesso ci permettiamo per così dire una piccola libertà e ci occupiamo di una donna che, ancorché difficilmente definibile nei termini di una "pensatrice politica", si è misurata costantemente, e talora perfino drammaticamente, con il mondo della politica. L’undicesima video-lezione di "Donne e Pensiero Politico" è infatti dedicata alla figura per molti aspetti controversa di Christa Wolf (1929-2011), scrittrice e intellettuale di primo piano della ex Repubblica democratica tedesca, cioè di quella che a lungo è stata definita la "altra Germania". Che non si tratti di una "pensatrice politica" in senso stretto non deve stupire oltre una certa misura, tanto più se si pensa che i recenti orientamenti storiografici tendono sempre più a "riscoprire" il pensiero politico di autori come Giacomo Leopardi, Vittorio Alfieri e Honoré de Balzac. Nel caso specifico di Christa Wolf ci è sembrato che meritasse particolare attenzione non solo quella sorta di mimetismo con cui è tenuto a fare i conti ogni intellettuale costretto a vivere sotto l’occhio vigile della censura di Stato, ma anche la sua riflessione sul processo di riunificazione tedesca e sul venir meno di quello che, con le parole di Stefan Zweig, potrebbe definirsi ormai "il mondo di ieri". A presentarne il complesso profilo è Anna Chiarloni, docente di letteratura tedesca e professore emerito dell’Università di Torino.