Se gli artisti del pallone sono fioriti qua e là in tutto il mondo, la patria di Giuseppe Verdi e di Arturo Toscanini, del Parmigianino e di Benedetto Antelami non poteva che accoglierne o farne sbocciare tantissimi.

Tradizione, ambizione, forza di volontà e sudore della fronte, tanto sul prato verde quanto nell'immaginario e nell'identità di una comunità che nel calcio si riunisce all'ombra dello scudo crociato. Simbolo e stemma sempre presente. Nella buona e nella cattiva sorte.

Quando nell'estate del 1995 Hristo Stoichkov, fresco di Pallone d’Oro, arriva a Parma trova ad aspettarlo 3.000 persone. I presenti giurano che abbia sgranato gli occhi incredulo, domandandosi in che posto assurdo e magico fosse finito.

La magia delle piccole cose che diventano grandi è un accadimento insignificante per l'universo, come un pallone che supera una linea bianca dentro un rettangolo verde, che diventa spartiacque emozionale per una generazione.

Occorre immergersi nelle storie umane di chi con i propri gesti e le proprie scelte ha lasciato in eredità un esempio. La storia del Parma Calcio è fatta anche di esseri umani così, la cui testimonianza è legata al campo ma spesso va oltre.

Allenare significa una profonda conoscenza dell'applicazione dei principi del gioco ma anche della psicologia umana e delle dinamiche di gruppo. Senza attenzione su quel che accade anche al di fuori del campo, è molto più difficile raggiungere i vertici. Specialmente per chi ha lo stimolante compito di comandare.

Il Parma Calcio compie 110 anni e questa è la storia dello spirito calcistico parmigiano raccontata da Stefano Borghi, come se nelle viscere del fertile terreno di Parma si muovesse un magma in grado di animare un intero territorio.