L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile emanata dall’ONU nel 2015, al punto 5 si prefigge di raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze.
Lo stesso Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha nei suoi obiettivi la parità di genere 2021-2026 che si ispira alla Gender Equality 2020-2025 dell’Unione europea con l’obiettivo di guadagnare 5 punti nella classifica del Gender Equality Index dell’EIGE.
Nonostante alcuni progressi, l’Italia si posiziona ancora al 13° posto nell’indice europeo di uguaglianza di genere (EIGE), con un punteggio di 68,2 su 100, sotto la media UE di 70,2 punti. Nel 2023, solo il 24% delle posizioni dirigenziali era occupato da donne, con l’obiettivo di raggiungere il 35% entro il 2026.
Il tasso di occupazione femminile è del 49,5%, tra i più bassi in Europa, e una donna su tre lascia il la- voro alla nascita del primo figlio.
Questa dinamica si riflette in un tasso di fertilità tra i più bassi del continente (1,29 figli per donna nel 2019).
Gli stereotipi di genere e la scarsità di servizi per la prima infanzia continuano a limitare il pieno po- tenziale delle donne nel mercato del lavoro.
È sempre più evidente come la parità di genere rappresenti oggi una delle priorità più rilevanti per il progresso sociale ed economico.