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Negli atenei italiani, sempre più studenti e studentesse soffrono di ansia, stress e disagio psicologico legato al percorso universitario.
Eppure, nonostante in molte università esistano sportelli di supporto psicologico, questi vengono utilizzati molto meno di quanto ci si aspetterebbe. Come mai?
Da una parte, molti studenti non sanno neanche che esistono. Dall’altra, chi li conosce spesso non li ritiene adatti alle proprie esigenze o si trova indirizzato verso un supporto più legato allo studio che alla salute mentale. E poi c’è la questione delle attese: tra liste di prenotazione lunghe e percorsi limitati a poche sedute, il supporto offerto finisce per essere insufficiente per chi ne ha davvero bisogno.
Ma perché nelle università italiane si parla ancora poco di questi strumenti? E soprattutto, cosa si potrebbe fare per migliorare l’accesso e la qualità del supporto psicologico per gli studenti?
Per aver prestato la voce alle testimonianze di questa puntata, si ringrazia Elena Conte
Negli atenei italiani, sempre più studenti e studentesse soffrono di ansia, stress e disagio psicologico legato al percorso universitario.
Eppure, nonostante in molte università esistano sportelli di supporto psicologico, questi vengono utilizzati molto meno di quanto ci si aspetterebbe. Come mai?
Da una parte, molti studenti non sanno neanche che esistono. Dall’altra, chi li conosce spesso non li ritiene adatti alle proprie esigenze o si trova indirizzato verso un supporto più legato allo studio che alla salute mentale. E poi c’è la questione delle attese: tra liste di prenotazione lunghe e percorsi limitati a poche sedute, il supporto offerto finisce per essere insufficiente per chi ne ha davvero bisogno.
Ma perché nelle università italiane si parla ancora poco di questi strumenti? E soprattutto, cosa si potrebbe fare per migliorare l’accesso e la qualità del supporto psicologico per gli studenti?
Per aver prestato la voce alle testimonianze di questa puntata, si ringrazia Elena Conte