Mi chiamo Agostino Pasolini e sono nato il 30 Luglio 1920 a Cedegolo, un piccolo paese in provincia di Brescia. Sono cresciuto in una famiglia che ha sempre avuto a cuore i valori della giustizia e della libertà, ho vissuto profondi cambiamenti negli anni '30 e '40. La mia infanzia è stata segnata dalla Grande Depressione e dalle tensioni politiche che precedevano la Seconda Guerra Mondiale. Quando l'Italia fu travolta dal fascismo e invasa dai nazisti, il mio spirito di resistenza si è rafforzato. Nel 1943, con l'occupazione tedesca, decisi di unirmi ai partigiani per combattere contro l'occupazione nazifascista e onorare le vittime innocenti del conflitto. Nel 1944, mi trovavo a Domodossola, una città strategica vicino al confine con la Svizzera, che divenne il cuore pulsante della lotta partigiana.Il 10 ottobre 1944, partecipai alla liberazione di Domodossola e alla proclamazione della Repubblica Partigiana dell'Ossola, un'esperienza di autogoverno che dimostrava la determinazione dei partigiani e dei civili che crearono una prima amministrazione democratica.La vita in montagna era difficile, segnata dalla guerra, dalla paura e dal freddo rigido. Tuttavia, la solidarietà tra noi partigiani e il desiderio di costruire un'Italia libera ci davano la forza di andare avanti. La mia missione e il mio sogno si conclusero con la rioccupazione nazifascista dell’Ossola, quando, il 14 ottobre 1944, fui ucciso da un cannoneggiamento nemico, mentre ero appostato davanti alla “Cappella della Pace” a Cimamulera, in Valle Anzasca. Nonostante tutto, il mio sforzo non è stato vano. La lotta contro il fascismo ha contribuito a gettare le basi della Repubblica Italiana, fondata sui valori di libertà e uguaglianza. La Resistenza non è stata solo una guerra contro l'invasore, ma una lotta per la dignità di ogni uomo. Ogni sacrificio è un tassello che costruisce un mondo migliore.