Maceratando, storia e poesia della città di Macerata

Antonio Gramsci scrive affettuosamente a Virginio Borioni (11 marzo 1928)


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Antonio Gramsci scrive affettuosamente a Virginio Borioni, suo compagno di carcere e di confino. (7 maggio 1928).
Caro Borioni, Ho ricevuto la tua cartolina del 30 aprile. Non sapevo dove ti avessero sbalzato. Tu non puoi sapere un particolare che ti interesserà. Nel novembre 1926, quando fui arrestato e condotto a Regina Coeli, stavo ore ed ore ad ascoltare la tua voce e quella di Ottavio, mentre discutevate in compagnia di un terzo detenuto spiccatamente meridionale. Non saprei dirti l'ubicazione della mia cella (credo fosse al primo piano del terzo braccio); ma il fatto è che le vostre voci giungevano in suono distinto e spiccato; ricordo ancora l'argomento della vostra conversazione. A dirti la verità, le vostre voci mi davano una certa collera; non riuscivo a capire (o capivo troppo bene!) la ragione del mio assoluto isolamento, nonostante che io fossi solo a disposizione della P.S., mentre voi potevate stare insieme a passare il tempo chiacchierando.
Io non avevo nulla da leggere: in 17 giorni mi riuscì di avere solo un volume di discorsi del Parlamento Subalpino del 1848-49 e, per ironia del caso, proprio quello in cui erano contenute le discussioni sull'immunità parlamentare in rapporto allo statuto novellamente concesso e promulgato. Passavo il tempo a fare delle palle di carta pesta con le vecchie "Gazzette dello Sport": ho acquistato, nel mestiere, una notevole specializzazione. Non ho più notizie da Ustica: prima degli arresti dell'Ottobre 1927 qualcuno mi scriveva ed io rispondevo nei limiti delle possibilità. Così, poichè tu hai ripreso la tradizione ne approfitto per darti un disturbo. Dovresti cercare di rintracciare che fine hanno fatto alcune cose mie che erano rimaste presso Piero Ventura. Si tratta specialmente di corrispondenza e di libri. La corrispondenza vorrei proprio riaverla. Per i libri faccio una distinzione [...]. Saluta gli amici che si ricordano di me. Cordialmente, tuo Gramsci. Vorrei avere, se fosse possibile, la collezione delle seguenti riviste, arrivate a Ustica per me nel 1927: La Critica di B. Croce e il Leonardo. Ho trovato la lista dei miei libri usticensi. Ti riporto quelli che vorrei avere, se recuperabili oltre ai già tre volumi di Windelband Storia della filosofia moderna».

(Lettera ritrovata dallo studioso Frank Rosengarten fra le carte dell'Istituto Gramsci e pubblicata dal settimanale Liberazione, Venerdì 11 marzo 1994; ndr).
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Maceratando, storia e poesia della città di MacerataBy Roberto Cherubini