di Roberta Lippi |
Una produzione Publispei e Storielibere |

Finora abbiamo parlato di loro, ma non avevamo ancora parlato con loro. Aladin è un ragazzo di quasi 20 anni, ex membro di una baby gang, con alle spalle 24 capi d’accusa per rapine, furti e aggressione. È entrato in comunità quando di anni ne aveva appena compiuti 18 e adesso, mentre si appresta ad uscire per affrontare il mondo, riflette su tutto quello che ha fatto e sul perché sia successo.

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Cosa distingue un’aggressione con lo spray urticante dentro un autobus dalle minacce perché hai esposto la bandiera arcobaleno fuori dalla tua libreria? Tutto e niente. Perché se questi eventi sono diversi tra loro la rabbia che li contraddistingue è la stessa: quella di giovani e giovanissimi che non sono integrati, che non si sentono accettati e che non riescono a comunicare in nessun altro modo la loro difficoltà nel diventare grandi.

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Kayròs significa “tempo opportuno”: quello che serve ai giovani di cui stiamo raccontando le storie per risalire la china di infanzie e adolescenze spesso disperate. Ma il tempo opportuno è anche quello che gli educatori e i coordinatori devono trovare per entrare in sintonia con i ragazzi della comunità. Daniele Serriconi, il protagonista di questo episodio, è diventato punto di riferimento per molti giovani dal passato burrascoso. Tra questi c’è anche Baby Gang, il trapper che con i suoi testi è riuscito a comunicare un disagio, ma che è conosciuto soprattutto per i suoi tanti arresti.

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Che cosa accade quando a ricevere una minaccia diretta non è più una persona singola, ma un’intera città? Il 2 giugno 2022 più di 2000 ragazzini mettono a ferro e a fuoco la tranquilla cittadina di Peschiera del Garda, distruggendo gli stabilimenti e ferendo i passanti. Non è chiaro cosa abbia fatto scattare nei ragazzi tanta rabbia, ma una cosa è certa: è solo l’inizio. Perché su TikTok compaiono dei video che annunciano: «Peschiera era solo il riscaldamento, vedremo a Riccione come sarà». A fronteggiare l’emergenza ci sarà la Questora Rosanna Lavezzaro, che dovrà valutarele minacce che arrivano dai social e che potrebbero mettere sotto scacco un’intera provincia.

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Nicolò convive da pochi mesi con la fidanzata Sofia e i loro due gatti in un tranquillo paesino delcomasco. Sono una coppia giovane e piena di sogni, ma la loro tranquillità viene presto interrotta da un gruppetto di ragazzi che si diverte a fare mattina sotto il loro balcone. Quello che sembra all'inizio solo un disturbo della quiete pubblica si trasforma presto in una molestia reiterata. Fino alla sera in cui Nicolò assiste dalla finestra a un brutale pestaggio da parte di una baby gang ai danni di un ragazzo che si sdraia volontariamente a terra. Nicolò filma l’aggressione ma viene visto dal gruppo. Da quel momento la vita della coppia non sarà più la stessa: i due riceveranno minacce di ogni tipo, di giorno e di notte, fino a temere per la propria vita.

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In una Napoli pronta ai festeggiamenti di Natale, un giovane liceale viene accoltellato quasi a morte e ritrovato dai passanti ormai in fin di vita. Gli autori del massacro sono dei ragazzini non identificati che si sono dati alla fuga. Il perché di questo assalto e la ricerca dei colpevoli saranno il motore che muoverà la tenace volontà di Maria Luisa Iavarone, madre della vittima nonché professoressa universitaria di Pedagogia. Una storia che colpirà non solo la città ma l’intero sistema mass mediatico italiano.

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Il podcast indaga il fenomeno, spaventoso e dilagante, delle cosiddette “baby gang” in Italia, cercando di raccontarlo attraverso differenti punti di vista: quello delle vittime e dei loro familiari, ma anche degli operatori che cercano di recuperare i giovani criminali, delle forze dell’ordine e degli psicologi che si occupano specificamente del problema. Un quadro corale, con testimonianze dirette provenienti da varie zone d'Italia, in grado di restituire l’ampiezza del fenomeno e le sue tante sfaccettature.

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