L’amore per la sua città Malaparte lo visse per tutta la vita e lo rese immortale nel libro uscito nel 1956, Maledetti toscani, e i luoghi simbolo della vita di Malaparte sono spalmati per tutta la città di Prato. Dalla casa dove nacque si vede lo Spazzavento, in un rincorrersi di vita e morte alquanto suggestivo. E vediamo piazza Duomo, che lo stesso poeta descrive come “la più ariosa e chiara, forse di tutta la Toscana”. Qui fu protagonista di un celebre episodio accaduto quando si inaugurò la statua a Gaetano Magnolfi, personaggio illustre di Prato, benefattore e filantropo che cambiò il volto della città con numerose opere di beneficenza, tra cui l’ospizio, l’asilo e un orfanotrofio tecnologico dove i ragazzi potevano imparare un mestiere. A Curzio non piacque per nulla e scrisse un articolo per invitare i suoi concittadini a buttarla giù, dopo che lui l’aveva già legata con pesanti funi. Incontrò per strada lo scultore che l’aveva realizzata, Oreste Chilleri, che lo voleva prendere a bastonate, ma Curzio scappò. Per arrivare infine al suo mausoleo, in cima allo Spaccavento. Fu lui stesso a voler essere sepolto qui: “… e vorrei avere la tomba lassù, in vetta allo Spazzavento, per sollevare il capo ogni tanto e sputare nella fredda gora del tramontano”.
©Editoriale Programma – Alessandra Artale