La Chaux-de-Fonds, a 1000 metri di altitudine, è stata forgiata da un clima aspro e da eventi tumultuosi. Te ne accorgi, chissà perchè: nonostante l’ordine e la bellezza di oggi, hai l’impressione che questa tranquillità sia stata costruita con fatica, che non sia venuta da sé. E in effetti è così: un tempo qui c’erano solo freddo, isolamento e ostilità. Aveva pochi abitanti, ma coriacei, che anno dopo anno hanno trasformato la città in un centro di ingegno e creatività. Nemmeno il terribile incendio del maggio del 1794 li ha fermati: immagini le fiamme avvolgere la città, e il silenzio che segue, la cenere che rimane dove un tempo c’era la vita. Immagini quegli stessi abitanti rimboccarsi le maniche, e dalla distruzione creare meraviglia. È così che nacque la città che oggi vedi: ricostruita con metodo, secondo un modello razionale di griglia ad angoli retti, La Chaux-de-Fonds risorse come simbolo di resilienza e progresso.
Le strade larghe e rettilinee si intersecano con precisione geometrica, non solo per estetica, ma anche per necessità dell’industria che ha reso celebre questa località: l’orologeria. Le botteghe, esposte a sud-est, sono inondate di luce naturale, ideale per il lavoro minuzioso dei maestri orologiai. La silhouette della città ti colpisce con i suoi numerosi campanili, che riflettono la diversità culturale che La Chaux-de-Fonds ha saputo accogliere. C’è un nome che risuona più forte di tutti: Charles-Edouard Jeanneret-Gris, meglio noto come Le Corbusier. È qui che l’architetto ha mosso i suoi primi passi, ispirato dalle linee pulite e dagli spazi ben definiti che avrebbero influenzato il suo futuro lavoro.
La Chaux-de-Fonds è stata riconosciuta come patrimonio mondiale dell’UNESCO, e non fai fatica a capire il perché: più che un luogo, appare come una testimonianza di determinazione, ingegno, e resistenza.