C’è una figura particolarmente venerata a Canicattì: Padre Gioacchino Fedele, che cambiò nome e abbandonò privilegi e ricchezze per indossare il saio dei frati francescani. Proprio come aveva fatto San Francesco, Gioacchino La Lomia settimo figlio della baronessa Eleonora La Lomia, decise così non solo di consacrarsi a Dio, ma di seguire gli insegnamenti di San Francesco e di partire per portare la parola di Dio in terre lontane: il nostro frate finì in Brasile, dove riuscì a fondare 13 villaggi e ad essere insignito della medaglia d’argento al valore militare, avendo soccorso i feriti durante la guerra fra Brasile e Paraguay. Solo la salute malferma lo costrinse a tornare in Italia e nella sua Canicattì, dove fondò, dopo tanti sacrifici, il Convento dei frati Cappuccini, affiancandolo alla chiesa della Madonna della Rocca, che qui si trovava già dalla metà del 1600.
Padre Gioacchino scelse infatti di costruire il nuovo convento in un luogo sacro già da tempo per i canicattinesi: qui, già nel 1700, esisteva un'edicola votiva dedicata alla Vergine, che col passar del tempo venne ingrandita, trasformando una cappella di campagna di una chiesa, riedificata nel 1796.
Ed è qui, nel luogo da lui fondato, che si venera quest’uomo santo, morto nel 1905 in odore di santità dopo aver vissuto fra penitenze e aver elargito grazie!
Il Convento è diventato così uno tra i luoghi di culto più importanti di questo territorio: potrai visitare la cella dove visse il frate, che si conserva ancora intatta, mentre in una apposita sezione museale troverai alcuni oggetti appartenuti al frate. La sua tomba, nella Chiesa della Madonna della Rocca, è oggi meta di numerosissimi devoti. Se vuoi conoscere la storia di questo frate, così vicino agli ultimi ma capace di compiere incredibili grazie e miracoli, la troverai raccontata in un libro che nel 1970 gli dedicò un altro canicattinese, lo scrittore Pietro Candiano.