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Ci troviamo di nuovo in compagnia di uno scrittore svizzero, perché oggi vi presento Martin Suter e il suo libro Creature luminose, uscito nel 2018 con Sellerio Editore.
Buongiorno! Sono Sofia Bertoli e sono al primo anno di Master in lingua e letteratura italiana all’Università di Friburgo.
Martin Suter, classe 1948, è uno dei più famosi autori svizzeri, tanto che i suoi libri sono stati tradotti in 32 lingue. È inoltre attivo come sceneggiatore televisivo e reporter. Il libro che ho scelto per oggi è talmente unico, che non potevo non raccontarvelo. Ci troviamo sulle rive della Limmat, a Zurigo, dove abita un senzatetto dal nome Schoch.
Schoch vive alla giornata, passando il tempo tra la stazione centrale di Zurigo e cercando un pasto caldo alla mensa dei poveri. Non è sempre stato un vagabondo, nella vita precedente aveva una moglie, una casa, un lavoro. Ora vaga annoiato tra le via di Zurigo, bevendo birra scadente e parlando di cose di poco conto con chi come lui vive per strada.
Una particolarissima scoperta sconvolge però la sua esistenza: un piccolo elefante fluorescente. Si, avete capito bene, un minuscolo elefante luminoso.
Questo non significa che Martin Suter si sia dato al fantasy, ma che, con la sua solita maestria, lo scrittore abbia scelto di parlare di un tema molto più reale di quanto si possa pensare: ingegneria genetica e la bioetica. D’altronde è proprio lui a sostenere che “Spesso la fantasia è più vera della realtà”.
L’idea del piccolo elefante gli arrivò per caso, dopo aver assistito a una conferenza proprio sulle biotecnologie. Il piccolo elefantino che si illumina al buio è infatti il risultato di un esperimento genetico ed è oggetto di non pochi intrighi economici. La riflessione sulle bio-tecnologiche, sull’etica, sul giocare a fare Dio in laboratorio, diventa inevitabile, in un mondo dove denaro e scienza spesso si mescolano.
Creature luminose, con un ritmo frenetico e coinvolgente, ci porta in mondi opposti: quello dei clochard svizzeri e quello delle grandi multinazionali farmaceutiche.
Il libro si legge, capitolo dopo capitolo, con uno stile che corre veloce, senza perdersi in inutili giri di parole. La narrazione alterna diversi punti di vista: quello di Schoch, il senzatetto, di Harris, un veterinario neozelandese, di Kaung, arrivato dalla Birmania e chiamato “L’uomo che sussurrava agli elefanti”.
Tutti i personaggi sono magistralmente raccontati e li vediamo strapazzati da molte emozioni diverse, lo stupore, la paura, la meraviglia. Talvolta si ritrovano mossi da dubbi etici o totalmente sopraffatti dall’avidità, e, ancora una volta, Martin Suter ci mostra attraverso loro le contraddizioni di questa nostra, anzi in questo caso “nostrissima” società, visto che in parte ci troviamo a Zurigo.
Un romanzo al limite del tragicomico, perché tra i sorrisi e le risate sommesse che vi scatenerà, vi ritroverete a pensare al limite della scienza, a quale sia la morale da seguire, a fin dove la nostra specie si possa spingere e vi chiederete quale futuro ci aspetta, in un mondo dove sempre meno è lasciato al caso e sempre più è deciso in laboratorio.
By RSI - Radiotelevisione svizzeraCi troviamo di nuovo in compagnia di uno scrittore svizzero, perché oggi vi presento Martin Suter e il suo libro Creature luminose, uscito nel 2018 con Sellerio Editore.
Buongiorno! Sono Sofia Bertoli e sono al primo anno di Master in lingua e letteratura italiana all’Università di Friburgo.
Martin Suter, classe 1948, è uno dei più famosi autori svizzeri, tanto che i suoi libri sono stati tradotti in 32 lingue. È inoltre attivo come sceneggiatore televisivo e reporter. Il libro che ho scelto per oggi è talmente unico, che non potevo non raccontarvelo. Ci troviamo sulle rive della Limmat, a Zurigo, dove abita un senzatetto dal nome Schoch.
Schoch vive alla giornata, passando il tempo tra la stazione centrale di Zurigo e cercando un pasto caldo alla mensa dei poveri. Non è sempre stato un vagabondo, nella vita precedente aveva una moglie, una casa, un lavoro. Ora vaga annoiato tra le via di Zurigo, bevendo birra scadente e parlando di cose di poco conto con chi come lui vive per strada.
Una particolarissima scoperta sconvolge però la sua esistenza: un piccolo elefante fluorescente. Si, avete capito bene, un minuscolo elefante luminoso.
Questo non significa che Martin Suter si sia dato al fantasy, ma che, con la sua solita maestria, lo scrittore abbia scelto di parlare di un tema molto più reale di quanto si possa pensare: ingegneria genetica e la bioetica. D’altronde è proprio lui a sostenere che “Spesso la fantasia è più vera della realtà”.
L’idea del piccolo elefante gli arrivò per caso, dopo aver assistito a una conferenza proprio sulle biotecnologie. Il piccolo elefantino che si illumina al buio è infatti il risultato di un esperimento genetico ed è oggetto di non pochi intrighi economici. La riflessione sulle bio-tecnologiche, sull’etica, sul giocare a fare Dio in laboratorio, diventa inevitabile, in un mondo dove denaro e scienza spesso si mescolano.
Creature luminose, con un ritmo frenetico e coinvolgente, ci porta in mondi opposti: quello dei clochard svizzeri e quello delle grandi multinazionali farmaceutiche.
Il libro si legge, capitolo dopo capitolo, con uno stile che corre veloce, senza perdersi in inutili giri di parole. La narrazione alterna diversi punti di vista: quello di Schoch, il senzatetto, di Harris, un veterinario neozelandese, di Kaung, arrivato dalla Birmania e chiamato “L’uomo che sussurrava agli elefanti”.
Tutti i personaggi sono magistralmente raccontati e li vediamo strapazzati da molte emozioni diverse, lo stupore, la paura, la meraviglia. Talvolta si ritrovano mossi da dubbi etici o totalmente sopraffatti dall’avidità, e, ancora una volta, Martin Suter ci mostra attraverso loro le contraddizioni di questa nostra, anzi in questo caso “nostrissima” società, visto che in parte ci troviamo a Zurigo.
Un romanzo al limite del tragicomico, perché tra i sorrisi e le risate sommesse che vi scatenerà, vi ritroverete a pensare al limite della scienza, a quale sia la morale da seguire, a fin dove la nostra specie si possa spingere e vi chiederete quale futuro ci aspetta, in un mondo dove sempre meno è lasciato al caso e sempre più è deciso in laboratorio.