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In questa parte della sua personale selezione Carlo Colognese commenta e legge il Canto Sesto della Divina Commedia. Il Canto è ambientato nel terzo girone dell' Inferno, dove dimorano le anime che si sono macchiate in vita del peccato di gola. Dante vi giunge dopo essersi ripreso dal mancamento avuto alla fine del Canto precedente, il Quinto, in seguito all’incontro e al dialogo con Paolo e Francesca, vittime di passioni amorose. Ma adesso il tema centrale è di natura politica e l' incontro con Ciacco offrirà l' occasione al Poeta di soffermarsi sulla situazione a Firenze.
Episodi precedenti:
Al tornar de la mente, che si chiuse
novi tormenti e novi tormentati
Io sono al terzo cerchio, de la piova
Grandine grossa, acqua tinta e neve
Cerbero, fiera crudele e diversa,
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
Urlar li fa la pioggia come cani;
Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo,
E ’l duca mio distese le sue spanne,
Qual è quel cane ch’abbaiando agogna,
cotai si fecer quelle facce lorde
Noi passavam su per l’ombre che adona
Elle giacean per terra tutte quante,
«O tu che se’ per questo ’nferno tratto»,
E io a lui: «L’angoscia che tu hai
Ma dimmi chi tu se’ che ’n sì dolente
Ed elli a me: «La tua città, ch’è piena
Voi cittadini mi chiamaste Ciacco:
E io anima trista non son sola,
Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno
li cittadin de la città partita;
E quelli a me: «Dopo lunga tencione
Poi appresso convien che questa caggia
Alte terrà lungo tempo le fronti,
Giusti son due, e non vi sono intesi;
Qui puose fine al lagrimabil suono.
Farinata e ’l Tegghiaio, che fuor sì degni,
dimmi ove sono e fa ch’io li conosca;
E quelli: «Ei son tra l’anime più nere:
Ma quando tu sarai nel dolce mondo,
Li diritti occhi torse allora in biechi;
E ’l duca disse a me: «Più non si desta
ciascun rivederà la trista tomba,
Sì trapassammo per sozza mistura
per ch’io dissi: «Maestro, esti tormenti
Ed elli a me: «Ritorna a tua scienza,
Tutto che questa gente maladetta
Noi aggirammo a tondo quella strada,
quivi trovammo Pluto, il gran nemico.
Nell' immagine: affresco in Santa Maria del Fiore (Firenze) di Federico Zuccari (particolare) - Fonte: Wikimedia Commons
By In questa parte della sua personale selezione Carlo Colognese commenta e legge il Canto Sesto della Divina Commedia. Il Canto è ambientato nel terzo girone dell' Inferno, dove dimorano le anime che si sono macchiate in vita del peccato di gola. Dante vi giunge dopo essersi ripreso dal mancamento avuto alla fine del Canto precedente, il Quinto, in seguito all’incontro e al dialogo con Paolo e Francesca, vittime di passioni amorose. Ma adesso il tema centrale è di natura politica e l' incontro con Ciacco offrirà l' occasione al Poeta di soffermarsi sulla situazione a Firenze.
Episodi precedenti:
Al tornar de la mente, che si chiuse
novi tormenti e novi tormentati
Io sono al terzo cerchio, de la piova
Grandine grossa, acqua tinta e neve
Cerbero, fiera crudele e diversa,
Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra,
Urlar li fa la pioggia come cani;
Quando ci scorse Cerbero, il gran vermo,
E ’l duca mio distese le sue spanne,
Qual è quel cane ch’abbaiando agogna,
cotai si fecer quelle facce lorde
Noi passavam su per l’ombre che adona
Elle giacean per terra tutte quante,
«O tu che se’ per questo ’nferno tratto»,
E io a lui: «L’angoscia che tu hai
Ma dimmi chi tu se’ che ’n sì dolente
Ed elli a me: «La tua città, ch’è piena
Voi cittadini mi chiamaste Ciacco:
E io anima trista non son sola,
Io li rispuosi: «Ciacco, il tuo affanno
li cittadin de la città partita;
E quelli a me: «Dopo lunga tencione
Poi appresso convien che questa caggia
Alte terrà lungo tempo le fronti,
Giusti son due, e non vi sono intesi;
Qui puose fine al lagrimabil suono.
Farinata e ’l Tegghiaio, che fuor sì degni,
dimmi ove sono e fa ch’io li conosca;
E quelli: «Ei son tra l’anime più nere:
Ma quando tu sarai nel dolce mondo,
Li diritti occhi torse allora in biechi;
E ’l duca disse a me: «Più non si desta
ciascun rivederà la trista tomba,
Sì trapassammo per sozza mistura
per ch’io dissi: «Maestro, esti tormenti
Ed elli a me: «Ritorna a tua scienza,
Tutto che questa gente maladetta
Noi aggirammo a tondo quella strada,
quivi trovammo Pluto, il gran nemico.
Nell' immagine: affresco in Santa Maria del Fiore (Firenze) di Federico Zuccari (particolare) - Fonte: Wikimedia Commons