Le vie della Resistenza a Domodossola

don Luigi Pellanda


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Nacqui a Crodo nel 1885 e studiai al seminario di Novara, dove gli insegnanti appezzarono il mio ingegno vivace. Fui ordinato sacerdote nel 1908 e iniziai la mia attività pastorale come coadiutore e poi titolare di parrocchia a Varzo e a Domodossola nel 1937. Il mio ruolo nella Chiesa non mi impedì di coltivare alcune passioni.  Fui pioniere del motociclismo, che abbandonai a causa di un incidente che mi fece perdere un occhio. Mi interessai anche alle proiezioni cinematografiche, che trovavo importanti come mezzo educativo. Tutti dicevano che la mia bontà e il carattere amabile avevano conquistato la città, ma non mancavo di mostrare una forte determinazione montanara. Vissi i tragici avvenimenti che sconvolsero l’Ossola fra il 1943 e il 1945 e durante la guerra mi considerarono un saggio mediatore. Cercai di affrontare con coraggio le difficoltà e di operare per il bene della comunità, spesso senza rendermi conto del mio stesso impatto. Nell’agosto del ’44 mi recai con un autocarro a Gravellona Toce a ritirare 60 quintali di farina, superando posti di blocco e controlli di fascisti e partigiani, per rifornire di pane la città che ne era priva. Il 9 settembre 1944, prefiggendomi l’obiettivo di evitare ulteriori spargimenti di sangue, promossi un incontro al quale parteciparono i comandanti tedeschi e fascisti insieme ai capi partigiani Dionigi Superti e Alfredo di Dio. Il giorno seguente, 10 settembre 1944, Domodossola si liberò almeno momentaneamente dei nazi-fascisti. Decisi di lasciare testimonianza di quegli anni in un libro, intitolato “L’Ossola nella tempesta”.  Morii nel 1961 a Domodossola.
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Le vie della Resistenza a DomodossolaBy Scuola media "G. Floreanini"