Vivere in un paese straniero, accumulare esperienze umane e lavorative in una terra lontana e diversa da quella di origine, si sa, può comportare vantaggi e svantaggi. Tra i primi: sicuramente apprendere competenze, approcci, stili di vita nuovi e inesplorati. Tra gli svantaggi, o meglio tra i rischi, la nostalgia di casa o peggio, una volta tornati, sentirsi stranieri in patria.
Questo, dal punto di vista professionale, è quello che è successo a Dora Musini, nostra coworker di recente acquisizione. Dopo un periodo negli States è tornata in Italia “importando” un mestiere che qui ancora un mestiere non è: l’interculturalista. Che fare allora? Meglio reinventarsi da zero o costruirsi mattoncino dopo mattoncino una strada su misura? E in tutto questo, cosa c’entra il coworking?