Dove torniamo a parlare di giochi misconosciuti ma molto belli e il game designer ci insegna come un'estetica leggera possa comunque essere veicolo di scene cruente, riflessioni profonde, e memoranda fondamentali; nel frattempo ci scambiamo le parti e stavolta quello che urla è l'insegnante, ma è per una giusta e antifascistica causa. E siccome le novità non finiscono mai: stavolta siamo noi a rispondere a una vostra domanda.