Il binomio “genialità e follia” affonda le sue radici nel mondo antico. Un legame che affascina (e un po' spaventa) gli uomini da sempre e che ancora oggi li spinge alla ricerca di una spiegazione. Tra tutte le figure follemente geniali che hanno costellato la storia dell'uomo, ce n'è una che più di altre ha particolarmente incuriosito gli studiosi: quella di Edvard Munch. Uno degli artisti più influenti per l'arte del Novecento, nonché uno dei primi ad aver messo al centro dei propri quadri la “vivisezione” dell'io.La capacità di riportare su tela le sue profonde inquietudini lo ha reso il protagonista perfetto per l' ”autopsia psicologica” della Professoressa Liliana dell'Osso, nel suo libro “Pennelli come bisturi”.