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È radicata nelle modalità operative tradizionali della maggior parte dei tecnici l’abitudine a vedere nella ripetizione pedissequa di un gesto la strategia migliore per sviluppare apprendimento. Questa ripetizione rappresenta l’arma più potente per lo sviluppo dello schema di movimento. Almeno questo vale per le teorie cognitiviste che hanno pervaso il mondo della ricerca applicata all’apprendimento motorio nell’ultime metà del XX secolo.
Ma l’evoluzione della teoria, della ricerca scientifica, cosa dice? Cosa è cambiato negli ultimi vent’anni? Qual è la direzione che ha preso la maggioranza dei ricercatori che si dedicano all’apprendimento motorio? E soprattutto queste nuove teorie come modificano, o come dovrebbero modificare, le strategie metodologiche dei tecnici?
È radicata nelle modalità operative tradizionali della maggior parte dei tecnici l’abitudine a vedere nella ripetizione pedissequa di un gesto la strategia migliore per sviluppare apprendimento. Questa ripetizione rappresenta l’arma più potente per lo sviluppo dello schema di movimento. Almeno questo vale per le teorie cognitiviste che hanno pervaso il mondo della ricerca applicata all’apprendimento motorio nell’ultime metà del XX secolo.
Ma l’evoluzione della teoria, della ricerca scientifica, cosa dice? Cosa è cambiato negli ultimi vent’anni? Qual è la direzione che ha preso la maggioranza dei ricercatori che si dedicano all’apprendimento motorio? E soprattutto queste nuove teorie come modificano, o come dovrebbero modificare, le strategie metodologiche dei tecnici?
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