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Prima della completa mobilitazione, il 18 maggio 1915, il Reggimento Carabinieri Mobilitato, forte di 2565 militari agli ordini del colonnello Antonio Vannugli, si era formato a Treviso con effettivi inviati dalla Legione Allievi di Roma e dalle legioni territoriali di Firenze, Ancona, Napoli, Bari e Palermo.
Il reparto, costituito insieme al Gruppo Squadroni per finalità belliche, era inizialmente a disposizione del Comando Supremo per passare poi alle dipendenze della II Armata e partecipare all'assolto al Monte Podgora per la conquista di quota 240, il 19 luglio 1915.
L'attacco fu sferrato ma, insieme ai riconoscimenti al valore, i Carabinieri ebbero parecchie perdite che si aggiunsero a quelle dei bombardamenti austro-ungarici e ai morti per colera che imperversava nelle trincee nei primi mesi di guerra.
Al termine delle operazioni belliche vere e proprie, il Reggimento fu sciolto e i battaglioni dapprima divenuti autonomi furono sciolti a loro volta dando vita a compagnie autonome e a plotoni a disposizioni delle grandi unità al fronte nel garantire un servizio di polizia militare sempre più richiesto. Si trattava di impiegare i Carabinieri in qualità di specialisti dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Per l'assalto furono concesse 9 medaglie d’argento, 33 di bronzo e 13 croci di guerra al Valor Militare.
Il Podgora è rimasto nella memoria della Istituzione tanto che una caserma a Roma è stata intitolata alla battaglia e il Comando Interregionale di Roma è anch'esso intitolato al Podgora.
Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “L’assalto al Podgora” di Vincenzo Pezzolet.
Il volume è consultabile on line sul sito dell’Arma dei Carabinieri (qui il link) e su quello del Ministero della Difesa (qui il link).
Se anche questo episodio vi è piaciuto, vi chiediamo di premiare il podcast con le stelline su #Spotify. Basta andare sulla pagina del podcast (non dell'episodio) e cliccare sulle stelline valutando lo show.
By Flavio Carbone5
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Prima della completa mobilitazione, il 18 maggio 1915, il Reggimento Carabinieri Mobilitato, forte di 2565 militari agli ordini del colonnello Antonio Vannugli, si era formato a Treviso con effettivi inviati dalla Legione Allievi di Roma e dalle legioni territoriali di Firenze, Ancona, Napoli, Bari e Palermo.
Il reparto, costituito insieme al Gruppo Squadroni per finalità belliche, era inizialmente a disposizione del Comando Supremo per passare poi alle dipendenze della II Armata e partecipare all'assolto al Monte Podgora per la conquista di quota 240, il 19 luglio 1915.
L'attacco fu sferrato ma, insieme ai riconoscimenti al valore, i Carabinieri ebbero parecchie perdite che si aggiunsero a quelle dei bombardamenti austro-ungarici e ai morti per colera che imperversava nelle trincee nei primi mesi di guerra.
Al termine delle operazioni belliche vere e proprie, il Reggimento fu sciolto e i battaglioni dapprima divenuti autonomi furono sciolti a loro volta dando vita a compagnie autonome e a plotoni a disposizioni delle grandi unità al fronte nel garantire un servizio di polizia militare sempre più richiesto. Si trattava di impiegare i Carabinieri in qualità di specialisti dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Per l'assalto furono concesse 9 medaglie d’argento, 33 di bronzo e 13 croci di guerra al Valor Militare.
Il Podgora è rimasto nella memoria della Istituzione tanto che una caserma a Roma è stata intitolata alla battaglia e il Comando Interregionale di Roma è anch'esso intitolato al Podgora.
Il testo di questo episodio è stato estratto e rielaborato dal volume a cura di Flavio Carbone “La Grande Guerra dei Carabinieri”, Roma, 2020, Ministero della Difesa - Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri - Ufficio Storico. In particolare si tratta del paragrafo “L’assalto al Podgora” di Vincenzo Pezzolet.
Il volume è consultabile on line sul sito dell’Arma dei Carabinieri (qui il link) e su quello del Ministero della Difesa (qui il link).
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