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Care amiche, cari amici, benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast.
Nell’epica dell’Arma in particolare Culquaber rappresenta un momento molto importante e quasi trascendentale che non poteva mancare in questa nostra chiacchierata.
Dunque cercheremo di spiegare un po’ la situazione generale in AOI e quindi quello che fu il ruolo dei militari dell’Arma.
Vi ricordo che questo è l’episodio numero 66 e siamo nella quarta stagione.
Alcuni spunti che troverete nell'episodio.
Uno stralcio del Bollettino delle Forze Armate n.539 del Quartier Generale delle Forze Armate datato 23 novembre 1941 così recita: “In Africa Orientale, nel pomeriggio del 21 novembre, gli indomiti reparti di Culqualber-Fercaber, dopo aver continuato a combattere anche con le baionette e le bombe a mano, sono stati infine sopraffatti dalla schiacciante superiorità numerica avversaria. Nell’epica difesa si è gloriosamente distinto, simbolo del valore dei reparti nazionali, il Battaglione Carabinieri Reali [sic!], il quale, esaurite le munizioni, ha rinnovato sino all’ultimo i suoi travolgenti contrattacchi all’arma bianca. Quasi tutti i Carabinieri sono caduti”.
Per i fatti di Culquaber alla bandiera fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con DPR 7 aprile 1949 con la seguente motivazione:
«Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rafforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza.
Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e là contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa ed impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un solo eroico blocco simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'Arma. Culquaber (A.O.), agosto-novembre 1941 (per il 1° Gruppo Carabinieri Reali mobilitato in Africa Orientale)».
Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.
I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.
By Flavio Carbone5
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Care amiche, cari amici, benvenuti ad una nuova puntata del nostro podcast.
Nell’epica dell’Arma in particolare Culquaber rappresenta un momento molto importante e quasi trascendentale che non poteva mancare in questa nostra chiacchierata.
Dunque cercheremo di spiegare un po’ la situazione generale in AOI e quindi quello che fu il ruolo dei militari dell’Arma.
Vi ricordo che questo è l’episodio numero 66 e siamo nella quarta stagione.
Alcuni spunti che troverete nell'episodio.
Uno stralcio del Bollettino delle Forze Armate n.539 del Quartier Generale delle Forze Armate datato 23 novembre 1941 così recita: “In Africa Orientale, nel pomeriggio del 21 novembre, gli indomiti reparti di Culqualber-Fercaber, dopo aver continuato a combattere anche con le baionette e le bombe a mano, sono stati infine sopraffatti dalla schiacciante superiorità numerica avversaria. Nell’epica difesa si è gloriosamente distinto, simbolo del valore dei reparti nazionali, il Battaglione Carabinieri Reali [sic!], il quale, esaurite le munizioni, ha rinnovato sino all’ultimo i suoi travolgenti contrattacchi all’arma bianca. Quasi tutti i Carabinieri sono caduti”.
Per i fatti di Culquaber alla bandiera fu conferita la medaglia d’oro al valor militare con DPR 7 aprile 1949 con la seguente motivazione:
«Glorioso veterano di cruenti cimenti bellici, destinato a rafforzare un caposaldo di vitale importanza vi diventava artefice di epica resistenza.
Delineatasi la crisi, deciso al sacrificio supremo, si saldava graniticamente agli spalti difensivi e là contendeva al soverchiante avversario in sanguinosa ed impari lotta corpo a corpo nella quale comandante e carabinieri, fusi in un solo eroico blocco simbolo delle virtù italiche, immolavano la vita perpetuando le gloriose tradizioni dell'Arma. Culquaber (A.O.), agosto-novembre 1941 (per il 1° Gruppo Carabinieri Reali mobilitato in Africa Orientale)».
Giorgio Rochat, Le guerre italiane 1935-1943, Torino, Einaudi 2005.
I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l’Arma dei Carabinieri, 1980.