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Traduzione in italiano di Davide Cecchini dall’essay originale di Paul Graham "Disconnecting Distraction" [May 2008].
Attenzione: la strategia di cui parlerò in questo essay non funziona. Per un po’ ha funzionato, ma poi sono mi sono ritrovato ad utilizzare internet sul mio computer di lavoro. Sto sperimentando altre strategie, ma la prossima volta mi assicurerò che funzionino prima di scriverle.
Procrastinare si basa sulla distrazione. La maggior parte delle persone si sente a disagio nello stare seduta a non far niente: quando si prova a non lavorare lo si fa dedicandosi a qualcos’altro.
Un modo per evitare di procrastinare potrebbe essere quello di eliminare ogni distrazione. La cosa, però, non è così semplice come sembra, perché ci sono professionisti che lavorano giorno e notte per distrarvi. La distrazione non è un ostacolo che può essere aggirato, come un masso in mezzo alla strada; la distrazione vi insegue.
Chesterfield dice che i rifiuti sono materiali che si trovano nel luogo sbagliato. Similmente, le distrazioni sono qualcosa di desiderabile, ma che arriva al momento sbagliato. E dato che le tecnologie vengono costantemente migliorate per creare qualcosa che sia sempre più desiderabile, ogni volta che impariamo ad evitare un certo tipo di distrazione ne appare una nuova, proprio come i batteri che resistono agli antibiotici.
Dopo cinquant’anni di costanti miglioramenti, oggi la televisione è praticamente una droga visiva. Quando avevo tredici anni ho capito quanto la TV desse dipendenza, e per questo decisi di smettere di guardarla, ma ho letto di recente che in media gli americani guardano la TV quattro ore al giorno; praticamente un quarto della loro vita.
Oggi la TV è in declino, ma solo perché le persone hanno trovato modi per perdere tempo che danno ancora più dipendenza. E la cosa particolarmente allarmante è che molte di queste distrazioni provengono dal vostro computer. Non credo sia un caso: sempre più persone che lavorano in ufficio passano il proprio tempo di fronte a computer connessi a internet, e le distrazioni vanno sempre a caccia dei procrastinatori.
Ricordo di quando, almeno nel mio caso, il computer serviva solo per lavorare. Poteva capitare, di tanto in tanto, di collegarsi ad un server per scaricare la posta o un file, ma la maggior parte del tempo ero offline; tutto ciò che potevo fare era scrivere e programmare. Adesso è quasi come se qualcuno avesse ficcato una TV sulla mia scrivania: solo un click mi separa da distrazioni irresistibili. C’è un problema sul codice che non è chiaro come risolvere? Hmmm, potrei dare un’occhiata online, vediamo.
Dopo anni in cui avevo attentamente evitato di cadere in trappole come la TV, i giochi o Usenet, anche io ero stato preda della distrazione perché non avevo capito che questa si evolve. Qualcosa che una volta era sicuro, come internet, piano piano è diventato sempre più a rischio distrazione. Certi giorni mi alzavo con una tazza di tè, davo un’occhiata alle notizie, rispondevo alle email, di nuovo uno sguardo ai titoli, poi ancora email, solo per rendermi conto che era già l’ora di pranzo e che in pratica non avevo fatto niente. E la cosa ha iniziato ad accadere sempre più spesso.
Sorprendentemente, mi ci è voluto parecchio tempo per capire quanto internet si fosse trasformato in una distrazione, anche perché il problema si presentava in modo intermittente. Non ci facevo caso così come si ignora un bug che si presente solo alcune volte. Quando ero nel bel mezzo di un problema, neanche avevo tempo per cedere alle distrazioni; quando invece avevo finito, e dovevo decidere che cosa fare dopo, ecco che queste si presentavano.
Un altro motivo per cui era difficile cogliere i pericoli di questo nuovo tipo di distrazione è che le norme sociali non si erano ancora aggiornate per farlo notare. Se avessi passato tutta la mattinata sul divano a guardare la TV, me ne sarei accorto subito: è chiaro che si tratti di un segnale d’allarme, così come bere da soli. Stare su internet, invece, aveva ancora l’aria di essere impegnati a lavorare su qualcosa.
In ogni caso, ad un certo punto mi sono reso conto di quanto internet fosse diventato una distrazione molto più di quanto non lo fosse all’inizio, e così ho cominciato a gestirlo in modo diverso. Fondamentalmente dovevo aggiungere un nuovo nome alla lista delle cose che facevano perdere tempo: Firefox.
***
Il problema non è facile da risolvere, perché alla maggior parte delle persone comunque internet serve per fare delle cose. Se bevete troppo alcol, il problema si può risolvere smettendo del tutto di bere. Ma non si può risolvere il problema del mangiar troppo smettendo del tutto di mangiare. Quindi, nel caso di internet, non potevo semplicemente sbarazzarmene, come nel caso di altre distrazioni.
All’inizio ho provato a mettere delle regole. Ad esempio, mi sono detto che avrei utilizzato internet solo un paio di volte al giorno. Ma questo genere di programma non ha mai funzionato a lungo: ad un certo punto spuntava fuori qualcosa che mi richiedeva di utilizzarlo più di così, e quindi tornavo pian piano alle mie vecchie abitudini.
Le cose che danno dipendenza devono essere trattate come dei “sentient adversaries” - come se una vocina nella nostra testa fosse sempre pronta ad elaborare argomenti convincenti per farvi fare qualcosa di cui state cercando di sbarazzarvi. Se gli lasciate degli spazi, vi convincerà.
La chiave per combattere le distrazioni può essere renderle evidenti. L’aspetto più problematico delle cattive abitudini è la negazione. Dovete fare in modo che non sia possibile semplicemente “scivolare” verso ciò che stavate cercando di evitare: dovete far sì che suoni un campanello d’allarme.
Forse in futuro la risposta per evitare le distrazioni di internet potrà essere un software che monitora e controlla quel che facciamo. Ma nel frattempo ho trovato una soluzione drastica che funziona: utilizzare internet solo su un secondo computer dedicato allo scopo.
Adesso, sul mio computer principale tengo sempre spento il wi-fi, a parte quando devo inviare un file o modificare una pagina internet, e dall’altra parte della stanza tengo un portatile che utilizzo per controllare le email o andare su internet (ironia della sorte, si tratta dello stesso portatile su cui Steve Huffman ha programmato Reddit. Quando Steve e Alexis hanno messo all’asta i loro computer per beneficenza, li ho comprati per metterli nel museo di Y Combinator).
La mia regola è trascorrere online tutto il tempo che voglio, purché lo faccia da quello specifico computer. Mi sembra che la cosa funzioni: se devo stare dall’altra parte della stanza per controllare le email o andare sul web, sono molto più consapevole della cosa. Abbastanza consapevole, almeno nel mio caso, da far sì che sia difficile trascorrere più di un’ora online al giorno.
Adesso, il mio computer principale è totalmente dedicato al lavoro: se anche voi provate questo trucchetto, vi stupirete nello scoprire quanto il vostro computer sia diverso quando è staccato da internet. Mi ha scioccato vedere quanto fosse strano sedersi di fronte ad un computer che potesse essere utilizzato solo per lavorare, perché era la prova di quanto tempo stessi buttando via.
Wow! Tutto quello che posso fare con questo computer è lavorare. Beh, meglio mettersi al lavoro allora.
Questo è il lato positivo delle abitudini: le vostre vecchie abitudini adesso vi aiutano a lavorare. Eravate abituati a stare per ore seduti davanti al computer, ma adesso non è più possibile andare su internet o controllare la posta. Cosa fare allora? Non potete stare semplicemente lì seduti. E quindi, iniziate a lavorare.
Traduzione in italiano di Davide Cecchini dall’essay originale di Paul Graham "Disconnecting Distraction" [May 2008].
Attenzione: la strategia di cui parlerò in questo essay non funziona. Per un po’ ha funzionato, ma poi sono mi sono ritrovato ad utilizzare internet sul mio computer di lavoro. Sto sperimentando altre strategie, ma la prossima volta mi assicurerò che funzionino prima di scriverle.
Procrastinare si basa sulla distrazione. La maggior parte delle persone si sente a disagio nello stare seduta a non far niente: quando si prova a non lavorare lo si fa dedicandosi a qualcos’altro.
Un modo per evitare di procrastinare potrebbe essere quello di eliminare ogni distrazione. La cosa, però, non è così semplice come sembra, perché ci sono professionisti che lavorano giorno e notte per distrarvi. La distrazione non è un ostacolo che può essere aggirato, come un masso in mezzo alla strada; la distrazione vi insegue.
Chesterfield dice che i rifiuti sono materiali che si trovano nel luogo sbagliato. Similmente, le distrazioni sono qualcosa di desiderabile, ma che arriva al momento sbagliato. E dato che le tecnologie vengono costantemente migliorate per creare qualcosa che sia sempre più desiderabile, ogni volta che impariamo ad evitare un certo tipo di distrazione ne appare una nuova, proprio come i batteri che resistono agli antibiotici.
Dopo cinquant’anni di costanti miglioramenti, oggi la televisione è praticamente una droga visiva. Quando avevo tredici anni ho capito quanto la TV desse dipendenza, e per questo decisi di smettere di guardarla, ma ho letto di recente che in media gli americani guardano la TV quattro ore al giorno; praticamente un quarto della loro vita.
Oggi la TV è in declino, ma solo perché le persone hanno trovato modi per perdere tempo che danno ancora più dipendenza. E la cosa particolarmente allarmante è che molte di queste distrazioni provengono dal vostro computer. Non credo sia un caso: sempre più persone che lavorano in ufficio passano il proprio tempo di fronte a computer connessi a internet, e le distrazioni vanno sempre a caccia dei procrastinatori.
Ricordo di quando, almeno nel mio caso, il computer serviva solo per lavorare. Poteva capitare, di tanto in tanto, di collegarsi ad un server per scaricare la posta o un file, ma la maggior parte del tempo ero offline; tutto ciò che potevo fare era scrivere e programmare. Adesso è quasi come se qualcuno avesse ficcato una TV sulla mia scrivania: solo un click mi separa da distrazioni irresistibili. C’è un problema sul codice che non è chiaro come risolvere? Hmmm, potrei dare un’occhiata online, vediamo.
Dopo anni in cui avevo attentamente evitato di cadere in trappole come la TV, i giochi o Usenet, anche io ero stato preda della distrazione perché non avevo capito che questa si evolve. Qualcosa che una volta era sicuro, come internet, piano piano è diventato sempre più a rischio distrazione. Certi giorni mi alzavo con una tazza di tè, davo un’occhiata alle notizie, rispondevo alle email, di nuovo uno sguardo ai titoli, poi ancora email, solo per rendermi conto che era già l’ora di pranzo e che in pratica non avevo fatto niente. E la cosa ha iniziato ad accadere sempre più spesso.
Sorprendentemente, mi ci è voluto parecchio tempo per capire quanto internet si fosse trasformato in una distrazione, anche perché il problema si presentava in modo intermittente. Non ci facevo caso così come si ignora un bug che si presente solo alcune volte. Quando ero nel bel mezzo di un problema, neanche avevo tempo per cedere alle distrazioni; quando invece avevo finito, e dovevo decidere che cosa fare dopo, ecco che queste si presentavano.
Un altro motivo per cui era difficile cogliere i pericoli di questo nuovo tipo di distrazione è che le norme sociali non si erano ancora aggiornate per farlo notare. Se avessi passato tutta la mattinata sul divano a guardare la TV, me ne sarei accorto subito: è chiaro che si tratti di un segnale d’allarme, così come bere da soli. Stare su internet, invece, aveva ancora l’aria di essere impegnati a lavorare su qualcosa.
In ogni caso, ad un certo punto mi sono reso conto di quanto internet fosse diventato una distrazione molto più di quanto non lo fosse all’inizio, e così ho cominciato a gestirlo in modo diverso. Fondamentalmente dovevo aggiungere un nuovo nome alla lista delle cose che facevano perdere tempo: Firefox.
***
Il problema non è facile da risolvere, perché alla maggior parte delle persone comunque internet serve per fare delle cose. Se bevete troppo alcol, il problema si può risolvere smettendo del tutto di bere. Ma non si può risolvere il problema del mangiar troppo smettendo del tutto di mangiare. Quindi, nel caso di internet, non potevo semplicemente sbarazzarmene, come nel caso di altre distrazioni.
All’inizio ho provato a mettere delle regole. Ad esempio, mi sono detto che avrei utilizzato internet solo un paio di volte al giorno. Ma questo genere di programma non ha mai funzionato a lungo: ad un certo punto spuntava fuori qualcosa che mi richiedeva di utilizzarlo più di così, e quindi tornavo pian piano alle mie vecchie abitudini.
Le cose che danno dipendenza devono essere trattate come dei “sentient adversaries” - come se una vocina nella nostra testa fosse sempre pronta ad elaborare argomenti convincenti per farvi fare qualcosa di cui state cercando di sbarazzarvi. Se gli lasciate degli spazi, vi convincerà.
La chiave per combattere le distrazioni può essere renderle evidenti. L’aspetto più problematico delle cattive abitudini è la negazione. Dovete fare in modo che non sia possibile semplicemente “scivolare” verso ciò che stavate cercando di evitare: dovete far sì che suoni un campanello d’allarme.
Forse in futuro la risposta per evitare le distrazioni di internet potrà essere un software che monitora e controlla quel che facciamo. Ma nel frattempo ho trovato una soluzione drastica che funziona: utilizzare internet solo su un secondo computer dedicato allo scopo.
Adesso, sul mio computer principale tengo sempre spento il wi-fi, a parte quando devo inviare un file o modificare una pagina internet, e dall’altra parte della stanza tengo un portatile che utilizzo per controllare le email o andare su internet (ironia della sorte, si tratta dello stesso portatile su cui Steve Huffman ha programmato Reddit. Quando Steve e Alexis hanno messo all’asta i loro computer per beneficenza, li ho comprati per metterli nel museo di Y Combinator).
La mia regola è trascorrere online tutto il tempo che voglio, purché lo faccia da quello specifico computer. Mi sembra che la cosa funzioni: se devo stare dall’altra parte della stanza per controllare le email o andare sul web, sono molto più consapevole della cosa. Abbastanza consapevole, almeno nel mio caso, da far sì che sia difficile trascorrere più di un’ora online al giorno.
Adesso, il mio computer principale è totalmente dedicato al lavoro: se anche voi provate questo trucchetto, vi stupirete nello scoprire quanto il vostro computer sia diverso quando è staccato da internet. Mi ha scioccato vedere quanto fosse strano sedersi di fronte ad un computer che potesse essere utilizzato solo per lavorare, perché era la prova di quanto tempo stessi buttando via.
Wow! Tutto quello che posso fare con questo computer è lavorare. Beh, meglio mettersi al lavoro allora.
Questo è il lato positivo delle abitudini: le vostre vecchie abitudini adesso vi aiutano a lavorare. Eravate abituati a stare per ore seduti davanti al computer, ma adesso non è più possibile andare su internet o controllare la posta. Cosa fare allora? Non potete stare semplicemente lì seduti. E quindi, iniziate a lavorare.