Le vie della Resistenza a Domodossola

Gaspare Pajetta


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Mi chiamo Gaspare Pajetta, sono nato a Taino in provincia di Varese, il 27 giugno del 1925, sono morto in guerra il 13 febbraio del 1944 nella battaglia di Megolo, in provincia di Verbania. Ho due fratelli maggiori, Gian Carlo e Giuliano. Mia madre si chiamava Elvira Berrini Pajetta e mio padre Carlo Pajetta.Sono cresciuto in una famiglia di saldi ideali democratici. A quindici anni ho frequentato un liceo privato e con altri due miei compagni ho fatto uscire un foglio dattiloscritto che prendeva di mira i personaggi del regime fascista. Nel 1943 ero già attivo nel PCI e per me fu naturale, dopo l’armistizio, raggiungere le bande partigiane che si stavano formando in Piemonte e mi aggregai con il nome di “Sergio” alla formazione partigiana dell'architetto Filippo Maria Beltrami. Ho combattuto i nazifascisti prima in Valle Strona e poi in Val d'Ossola.Quando a Megolo ci trovammo di fronte ai nemici, invece di sottrarci, come avremmo potuto fare, assieme al comandante Beltrami decidemmo di resistere nelle nostre posizioni.Il combattimento durò circa due ore e avevamo già capito che non ce l’avremmo fatta. Io, il comandante e pochi altri, ciascuno al comando di piccole squadre di combattenti, decidemmo di coprire la ritirata del grosso della formazione. Rimanemmo in dodici e accerchiati dai tedeschi non avevamo altra scelta se non quella di arrenderci.Ci stringemmo attorno al comandante e cademmo uno a uno.Fui colpito ad un fianco, mi appoggiai ad un albero e continuai a sparare fino a che fui raggiunto da una mortale raffica di mitraglia.Con me morirono i miei compagni Gianni Citterio, Antonio di Dio, il comandante Filippo Beltrami, Carlo Antibo, Paolo Bassano, Aldo Carletti, Angelo Clavena, Bartolomeo Creola, Cornelio Gorla, Paolo Marino, Elio Toninelli.Adesso sono sepolto a Megolo. Dopo la mia morte mi fu attribuita la medaglia d’argento al valore militare “alla memoria”.
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Le vie della Resistenza a DomodossolaBy Scuola media "G. Floreanini"