Nella Germania del 1919, a Weimar, c’è fermento. Il Paese vuole lasciarsi alle spalle le macerie della Prima Guerra Mondiale, rinnovando la società. Un architetto, Walter Gropius, ritiene sia giunto il momento di avvicinare chi pensa a chi realizza, l’artista all’artigiano. Sogna un mondo in cui il sapere collettivo realizzi opere e oggetti dove il bello sia anche funzionale. E fonda il Bauhaus, che in breve diventa un movimento bandiera di un’etica precisa, in cui l’arte sia anche veicolo di rispetto per le persone. Un muro contro il nazismo che scuote la Germania di quegli anni. Un’etica utile anche oggi, in un mondo in cui le informazioni sono cruciali.