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Traduzione in italiano di Claudio Boni dall’essay originale di Paul Graham "Haters" [Gennaio 2020].
(Ho pensato originariamente questo scritto per i founder di startup , spesso sorpresi dall'attenzione che ottengono via via che le loro aziende crescono, ma in realtà si applica ugualmente a chiunque diventi famoso.)
Se diventi abbastanza famoso, avrai dei fan a cui piaci fin troppo.
Queste persone sono talvolta chiamate "fanboys", e anche se il termine non mi piace molto, qui comunque lo userò.
Abbiamo bisogno infatti di un termine che li definisca perché sono un fenomeno diverso rispetto a chi semplicemente apprezza il tuo lavoro.
Un fanboy è ossessivo e acritico. Il fatto che tu gli piaccia è parte della sua identità, e si creano un'immagine di te che è molto migliore della realtà.
Qualsiasi cosa tu faccia va bene, perché l'hai fatta tu.
Se fai qualcosa di sbagliato, trovano il modo di trasformarlo in giusto. Ed il loro amore per te non è di solito ne' privato ne' tranquillo. Vogliono che tutti sappiano quanto sei forte.
Potreste quindi pensare che si possa vivere serenamente senza questi tipi di persone. Sapendo che al mondo ci sono tutti i tipi di persone; se questa è la peggior conseguenza della fama, allora, non è poi così male.
Sfortunatamente però questa non è la peggiore conseguenza della fama. Come hai dei fanboys, hai anche degli haters, degli odiatori.
Un hater è ossessivo e acritico. Il fatto che tu non gli piaccia è parte della sua identità, e si crea un'immagine di te che è molto peggiore della realtà.
Qualsiasi cosa tu faccia è sbagliata, perché l'hai fatta tu.
Se fai qualcosa di giusto, trovano il modo di trasformarlo in sbagliato. Ed il loro odio per te non è di solito ne' privato ne' tranquillo. Vogliono che tutti sappiano quanto sei pessimo.
Se vi sembra di averlo già letto, vi risparmio la fatica. Il secondo ed il quinto paragrafo sono identici eccetto per "bene" cambiato con "male".
Ho passato anni ad interrogarmi sugli haters. Chi sono e da dove vengono? Finché un giorno ho realizzato. Gli haters sono solo fanboys al contrario.
Tenete conto che per hater non intendo un semplice troll. Non parlo quindi di persone che dicono brutte cose su di voi e se ne vanno. Parlo del più piccolo gruppo di persone per cui questo diventa un'ossessione e che lo fanno per un lungo periodo.
Come i fan, gli hater sembrano essere un effetto automatico della fama. Li avrà chiunque sia relativamente famoso. E ognuno di loro sarà galvanizzato dalla vostra fama.
Sentono la canzone di una cantante pop, ad esempio, e non gli piace granché. Se la cantante non è molto famosa, se ne scordano velocemente. Ma se invece continuano a sentirne il nome, allora questo li fa impazzire.
Tutti parlano di questa cantante ma fa schifo! È un’imbrogliona!
La parola imbrogliona, ciarlatana ("fraud") è molto importante. È la spettrale definizione di ogni hater per coloro che odiano. Non possono negarne la fama. Ma nella loro mente è davvero esagerata. Si accorgono di ogni citazione della cantante, perché ognuna di queste li fa arrabbiare ancora di più.
Nelle loro menti esagerano sia la fama della cantante che la sua carenza di talento, e l'unico modo per conciliare queste due contrastanti idee è concludere che ha ingannato tutti.
Ma che tipo di persona diventa un hater?
Chiunque può essere un hater?
Non sono molto sicuro ma ho notato degli schemi ricorrenti. Gli hater sono dei perdenti in un senso molto specifico: sebbene qualche volta abbiano del talento, non hanno mai combinato granché. E chiunque sia abbastanza famoso, sapendo quanto casuale sia la fama, sarà difficile che chiami impostore un'altra persona famosa.
Ma gli hater non sono completamente dei perdenti. Non sono quei tipi proverbiali che vivono nei seminterrati delle case dei genitori.
Cioè, molti lo sono, ma alcuni hanno comunque del talento. Sospetto infatti che la percezione di talento inespresso, frustrato, sia ciò che trasforma una persona in un hater.
Non dicono soltanto: "non è giusto che Tizio sia famoso" ma anche: "non è giusto che Tizio sia famoso ed io no".
Un hater può redimersi se raggiunge un qualche obiettivo importante?
È una domanda inutile perché non combineranno mai niente. Li ho osservati per lungo tempo e sono piuttosto sicuro che lo schema funzioni in ambedue le direzioni: non solo coloro che fanno qualcosa di importante non saranno mai hater, ma anche che nessun hater farà mai qualcosa di buono.
Sebbene non ami la parola "fanboy", è comunque evocativa di qualcosa che li accomuna agli hater.
Implica cioè che il fanboy è così banalmente prevedibile nella sua ammirazione incondizionata che ne viene sminuito come persona; è meno di un uomo.
Gli hater sembrano ancor più sminuiti dal loro atteggiamento. Posso infatti immaginare di essere un fanboy. Per le persone di cui ammiro le opere potrei anche umiliarmi davanti a loro in segno di assoluta gratitudine. Se P.G. Wodehouse fosse vivo, mi ci vedrei come suo fanboy.
Ma non mi posso immaginare come hater.
Sapendo quindi che gli haters sono l'opposto dei fanboy, risulta più semplice averci a che fare. Non serve cioè una teoria separata per gli hater. Possiamo usare le stesse tecniche che usiamo con i fan ossessivi.
La più importante della quale è non pensarci troppo. Se sei una persona che ha una fama tale da avere hater, la tua prima reazione sarà di smarrimento.
Perché quel tipo ce l'ha con me? Da dove viene tutta quella energia ossessiva e cosa lo rende così orribilmente cattivo?
Cos’ho fatto per farlo arrabbiare? C'è qualcosa che posso fare per ricomporre la situazione?
Ecco, l'errore è pensare ad un hater come qualcuno con cui ho avuto una discussione. Se hai una discussione, è spesso un'ottima idea cercare di capire il perché qualcuno ce l'abbia con te e cercare di rimediare in qualche modo. Le discussioni infatti distolgono l'attenzione.
Ma è un'analogia sbagliata pensare ad un hater come a qualcuno con cui hai una discussione. È un comprensibile errore se non hai mai incontrato prima un hater.
Ma nel momento in cui comprendiamo di avere a che fare con un hater e anche cos'è un hater, è chiaro che è una perdita di tempo anche solo pensarci.
Se hai un fan ossessivo, sprechi mai del tempo a cercare di capire perché ti ami così tanto? No, pensi soltanto che “la gente a volte è matta" e la finisci lì.
Quindi, se un fanboy ed un hater sono equivalenti, questo è il modo migliore per gestirli.
C'è stato probabilmente qualcosa che li ha scatenati.
Ma che non avrebbe scatenato una persona normale e quindi non c'è motivo di sprecare tempo a pensarci.
Non sei tu, sono loro.
Note
(le note nella versione originale non sono collegate a nessun punto del testo dell’essay)
[1] Ci sono ovviamente persone che sono autentiche truffe. Come puoi distinguere tra x che chiama y una "truffa" perché x è un hater e perché y è una truffa? Guarda l'opinione "neutrale". Gli imbroglioni veri di solito sono abbastanza evidenti. Le persone coscienziose di rado si fanno ingannare da loro. Quindi, se ci sono persone coscienziose che apprezzano y, di solito puoi presumere che y non sia un imbroglione.
[2] Farei un'eccezione per gli adolescenti, che a volte si comportano in modi così estremi che non sono letteralmente sé stessi. Posso immaginare un ragazzo adolescente che è un hater e poi , maturando, smettere di esserlo. Ma nessuna eccezione per chiunque abbia più di 25 anni.
[3] Ho una memoria molto peggiore per le cattive azioni rispetto a mia moglie Jessica, che è un intenditore dell'indole umana, ma non vorrei che questa fosse la cosa migliore. La maggior parte delle dispute è una perdita di tempo, anche se hai ragione, ed è facile fare pace con qualcuno se non ricordi perché eri arrabbiato con lui.
[4] Un hater competente non ti attaccherà solo individualmente, ma cercherà di attirare la folla contro di te. In alcuni casi potresti voler confutare qualsiasi affermazione falsa faranno. Ma fai attenzione, perché alla fine, probabilmente, sarà comunque irrilevante.
Grazie a: Austen Allred, Trevor Blackwell, Patrick Collison, Christine Ford, Daniel Gackle, Jessica Livingston, Robert Morris, Elon Musk, Harj Taggar, and Peter Thiel per aver letto le bozze di questo scritto.
Traduzione in italiano di Claudio Boni dall’essay originale di Paul Graham "Haters" [Gennaio 2020].
(Ho pensato originariamente questo scritto per i founder di startup , spesso sorpresi dall'attenzione che ottengono via via che le loro aziende crescono, ma in realtà si applica ugualmente a chiunque diventi famoso.)
Se diventi abbastanza famoso, avrai dei fan a cui piaci fin troppo.
Queste persone sono talvolta chiamate "fanboys", e anche se il termine non mi piace molto, qui comunque lo userò.
Abbiamo bisogno infatti di un termine che li definisca perché sono un fenomeno diverso rispetto a chi semplicemente apprezza il tuo lavoro.
Un fanboy è ossessivo e acritico. Il fatto che tu gli piaccia è parte della sua identità, e si creano un'immagine di te che è molto migliore della realtà.
Qualsiasi cosa tu faccia va bene, perché l'hai fatta tu.
Se fai qualcosa di sbagliato, trovano il modo di trasformarlo in giusto. Ed il loro amore per te non è di solito ne' privato ne' tranquillo. Vogliono che tutti sappiano quanto sei forte.
Potreste quindi pensare che si possa vivere serenamente senza questi tipi di persone. Sapendo che al mondo ci sono tutti i tipi di persone; se questa è la peggior conseguenza della fama, allora, non è poi così male.
Sfortunatamente però questa non è la peggiore conseguenza della fama. Come hai dei fanboys, hai anche degli haters, degli odiatori.
Un hater è ossessivo e acritico. Il fatto che tu non gli piaccia è parte della sua identità, e si crea un'immagine di te che è molto peggiore della realtà.
Qualsiasi cosa tu faccia è sbagliata, perché l'hai fatta tu.
Se fai qualcosa di giusto, trovano il modo di trasformarlo in sbagliato. Ed il loro odio per te non è di solito ne' privato ne' tranquillo. Vogliono che tutti sappiano quanto sei pessimo.
Se vi sembra di averlo già letto, vi risparmio la fatica. Il secondo ed il quinto paragrafo sono identici eccetto per "bene" cambiato con "male".
Ho passato anni ad interrogarmi sugli haters. Chi sono e da dove vengono? Finché un giorno ho realizzato. Gli haters sono solo fanboys al contrario.
Tenete conto che per hater non intendo un semplice troll. Non parlo quindi di persone che dicono brutte cose su di voi e se ne vanno. Parlo del più piccolo gruppo di persone per cui questo diventa un'ossessione e che lo fanno per un lungo periodo.
Come i fan, gli hater sembrano essere un effetto automatico della fama. Li avrà chiunque sia relativamente famoso. E ognuno di loro sarà galvanizzato dalla vostra fama.
Sentono la canzone di una cantante pop, ad esempio, e non gli piace granché. Se la cantante non è molto famosa, se ne scordano velocemente. Ma se invece continuano a sentirne il nome, allora questo li fa impazzire.
Tutti parlano di questa cantante ma fa schifo! È un’imbrogliona!
La parola imbrogliona, ciarlatana ("fraud") è molto importante. È la spettrale definizione di ogni hater per coloro che odiano. Non possono negarne la fama. Ma nella loro mente è davvero esagerata. Si accorgono di ogni citazione della cantante, perché ognuna di queste li fa arrabbiare ancora di più.
Nelle loro menti esagerano sia la fama della cantante che la sua carenza di talento, e l'unico modo per conciliare queste due contrastanti idee è concludere che ha ingannato tutti.
Ma che tipo di persona diventa un hater?
Chiunque può essere un hater?
Non sono molto sicuro ma ho notato degli schemi ricorrenti. Gli hater sono dei perdenti in un senso molto specifico: sebbene qualche volta abbiano del talento, non hanno mai combinato granché. E chiunque sia abbastanza famoso, sapendo quanto casuale sia la fama, sarà difficile che chiami impostore un'altra persona famosa.
Ma gli hater non sono completamente dei perdenti. Non sono quei tipi proverbiali che vivono nei seminterrati delle case dei genitori.
Cioè, molti lo sono, ma alcuni hanno comunque del talento. Sospetto infatti che la percezione di talento inespresso, frustrato, sia ciò che trasforma una persona in un hater.
Non dicono soltanto: "non è giusto che Tizio sia famoso" ma anche: "non è giusto che Tizio sia famoso ed io no".
Un hater può redimersi se raggiunge un qualche obiettivo importante?
È una domanda inutile perché non combineranno mai niente. Li ho osservati per lungo tempo e sono piuttosto sicuro che lo schema funzioni in ambedue le direzioni: non solo coloro che fanno qualcosa di importante non saranno mai hater, ma anche che nessun hater farà mai qualcosa di buono.
Sebbene non ami la parola "fanboy", è comunque evocativa di qualcosa che li accomuna agli hater.
Implica cioè che il fanboy è così banalmente prevedibile nella sua ammirazione incondizionata che ne viene sminuito come persona; è meno di un uomo.
Gli hater sembrano ancor più sminuiti dal loro atteggiamento. Posso infatti immaginare di essere un fanboy. Per le persone di cui ammiro le opere potrei anche umiliarmi davanti a loro in segno di assoluta gratitudine. Se P.G. Wodehouse fosse vivo, mi ci vedrei come suo fanboy.
Ma non mi posso immaginare come hater.
Sapendo quindi che gli haters sono l'opposto dei fanboy, risulta più semplice averci a che fare. Non serve cioè una teoria separata per gli hater. Possiamo usare le stesse tecniche che usiamo con i fan ossessivi.
La più importante della quale è non pensarci troppo. Se sei una persona che ha una fama tale da avere hater, la tua prima reazione sarà di smarrimento.
Perché quel tipo ce l'ha con me? Da dove viene tutta quella energia ossessiva e cosa lo rende così orribilmente cattivo?
Cos’ho fatto per farlo arrabbiare? C'è qualcosa che posso fare per ricomporre la situazione?
Ecco, l'errore è pensare ad un hater come qualcuno con cui ho avuto una discussione. Se hai una discussione, è spesso un'ottima idea cercare di capire il perché qualcuno ce l'abbia con te e cercare di rimediare in qualche modo. Le discussioni infatti distolgono l'attenzione.
Ma è un'analogia sbagliata pensare ad un hater come a qualcuno con cui hai una discussione. È un comprensibile errore se non hai mai incontrato prima un hater.
Ma nel momento in cui comprendiamo di avere a che fare con un hater e anche cos'è un hater, è chiaro che è una perdita di tempo anche solo pensarci.
Se hai un fan ossessivo, sprechi mai del tempo a cercare di capire perché ti ami così tanto? No, pensi soltanto che “la gente a volte è matta" e la finisci lì.
Quindi, se un fanboy ed un hater sono equivalenti, questo è il modo migliore per gestirli.
C'è stato probabilmente qualcosa che li ha scatenati.
Ma che non avrebbe scatenato una persona normale e quindi non c'è motivo di sprecare tempo a pensarci.
Non sei tu, sono loro.
Note
(le note nella versione originale non sono collegate a nessun punto del testo dell’essay)
[1] Ci sono ovviamente persone che sono autentiche truffe. Come puoi distinguere tra x che chiama y una "truffa" perché x è un hater e perché y è una truffa? Guarda l'opinione "neutrale". Gli imbroglioni veri di solito sono abbastanza evidenti. Le persone coscienziose di rado si fanno ingannare da loro. Quindi, se ci sono persone coscienziose che apprezzano y, di solito puoi presumere che y non sia un imbroglione.
[2] Farei un'eccezione per gli adolescenti, che a volte si comportano in modi così estremi che non sono letteralmente sé stessi. Posso immaginare un ragazzo adolescente che è un hater e poi , maturando, smettere di esserlo. Ma nessuna eccezione per chiunque abbia più di 25 anni.
[3] Ho una memoria molto peggiore per le cattive azioni rispetto a mia moglie Jessica, che è un intenditore dell'indole umana, ma non vorrei che questa fosse la cosa migliore. La maggior parte delle dispute è una perdita di tempo, anche se hai ragione, ed è facile fare pace con qualcuno se non ricordi perché eri arrabbiato con lui.
[4] Un hater competente non ti attaccherà solo individualmente, ma cercherà di attirare la folla contro di te. In alcuni casi potresti voler confutare qualsiasi affermazione falsa faranno. Ma fai attenzione, perché alla fine, probabilmente, sarà comunque irrilevante.
Grazie a: Austen Allred, Trevor Blackwell, Patrick Collison, Christine Ford, Daniel Gackle, Jessica Livingston, Robert Morris, Elon Musk, Harj Taggar, and Peter Thiel per aver letto le bozze di questo scritto.