Situata tra i suggestivi paesaggi delle gravine di Grottaglie, la Grotta di Bucito (conosciuta anche come Grotta di Coluccio) rappresenta uno dei siti archeologici e naturalistici più interessanti del territorio tarantino. Questo luogo, poco distante dal centro abitato, non è solo una formazione naturale affascinante ma anche testimone delle più antiche presenze umane nell’area.
Un luogo nella storia
La Grotta di Bucito si trova in prossimità di un importante snodo stradale, strettamente connesso al Tratturo Martinese, un’antica via di collegamento tra la costa ionica e l’entroterra della Puglia. In particolare, la grotta si trova nelle vicinanze della pineta Frantella, della gravina di Riggio e delle cave di Fantiano, altri affascinanti luoghi, protagonisti della storia e della cultura grottagliese. Proprio la sua posizione strategica ha contribuito da un lato a preservare e dall'altro a rendere accessibile la grotta, che fin dai tempi più remoti fu utilizzata dall’uomo per abitazione o rifugio.
Le origini più antiche
Gli scavi e le ricerche nelle contrade di Bucito e delle zone limitrofe di Grottaglie hanno rivelato la presenza di strumenti in pietra lavorata grezzamente, attribuibili al Paleolitico, il periodo più antico della preistoria umana. Questo fa della Grotta di Bucito uno dei siti più arcaici in tutta la regione, assieme a Coluccio e Lonoce. Durante il Neolitico, la grotta fu probabilmente al centro della formazione di piccoli villaggi agricoli. L’uso delle caverne naturali proseguì per tutto il corso dell’età del Bronzo e del Ferro, testimoniando l’importanza di questo sito come insediamento e luogo di comunità. Nell'ultimo periodo dell'età del bronzo però, l'economia agricola prende il sopravvento sulla pastorizia e le comunità tendono a diventare sempre più stanziali, per cui grotte e gravine vengono gradualmente abbandonate dalla popolazione, che comincia a dare vita a villaggi e insediamenti di tipo urbano sempre più grandi e strutturati, anche per meglio fronteggiare le minacce provenienti da predoni e i disagi causati dalle intemperie atmosferiche.
Natura, paesaggio e tutela
Nonostante la sua storia millenaria, il primo rilievo della grotta, condotto con metodi scientifici", fu eseguito nell'ottobre del 1982 da Marco Bernardo e Bentivoglio Giuseppe Quaranta, che contribuirono a conoscere meglio la storia e l'ambiente circostante. La Grotta di Bucito è immersa nel Parco Regionale delle Gravine, un’area dove la natura selvaggia domina e dove si trovano specie animali e vegetali ormai rare o in via d’estinzione. Le gravine rappresentano un ecosistema unico, meritevole di studio e salvaguardia sia per il loro valore naturalistico sia per quello storico-archeologico.
Curiosità e simboli
La presenza di grotte come Bucito ha dato il nome stesso a Grottaglie, che deriva da "Cryptae aliae", ossia “diverse, molte grotte”. L’importanza delle grotte nella storia locale è testimoniata anche dallo stemma municipale, su cui compare una grotta che richiama sia la ricchezza archeologica sia la vocazione agricola e pastorale della zona. Quasi certamente infatti, la grotta prende il nome dai termini greci βοῦς, ovvero "bue" e οἰκία cioé "casa, ricovero, abitazione", indicando quindi che la grotta venisse impiegata come stalla e luogo di ricovero per greggi e armenti.
Visitare la Grotta di Bucito
Oggi la grotta è meta di escursioni e percorsi naturalistici, ideale per chi desidera scoprire un angolo ancora incontaminato della Puglia e immergersi nelle radici più antiche del territorio. Il contesto delle gravine, le vicine pinete e la ricca biodiversità rendono la visita non solo un’esperienza di conoscenza, ma anche di meraviglia davanti alla forza modellatrice della natura e della storia millenaria di Grottaglie.
La Grotta di Bucito, con il suo fascino discreto, continua a parlare delle origini dell’uomo e del lento scorrere dei secoli su queste pietre: un vero e proprio museo a cielo aperto.
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