Le tracce genetiche lasciate sulle scene del crimine sono fatte passare per risolutive, come se la semplice presenza di parti di noi in un certo luogo ci collegasse a ciò che in quel luogo è accaduto.
Il Dna è uno degli elementi per comprendere un fatto criminale, certo. Poi c'è l'interpretazione, per capire cosa sia davvero accaduto.
Il Dna è stato invece - complici i media - trasformato in un feticcio, un oggetto magico, una bacchetta del favoloso che tutto risolve. Lo dimostra il caso di Massimo Giuseppe Bossetti e del suo Dna trovato sul corpo di Yara Gambirasio.
In questo podcast, Maurizio Corte, giornalista investigativo, scrittore e media analyst, parla del "mito del Dna". E di come possa diventare la soluzione miracolosa di tutti i dubbi.
Scopri il blog di Maurizio Corte, "Il Biondino della Spider Rossa", su crimine, giustizia e media. E la newsletter irriverente che lo accompagna.