Maceratando, storia e poesia della città di Macerata

Il gran cuore e la voce d'oro di Beniamino Gigli nel concerto allo Sferisterio di Macerata (1929)


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Il gran cuore e la voce d'oro di Beniamino Gigli nel concerto allo Sferisterio di Macerata. Beniamino Gigli ha deliziato ieri sera una folla enorme che si era data convegno nel monumentale Sferisterio, di cui ricorre quest'anno, come è noto, il centenario dell'edificazione. La Società civile, proprietaria dell'Arena, presieduta con passione ed amore dal marchese Carlo Costa ha voluto celebrare la data con un memorabile concerto del divo, il cui ricordo non si cancellerà dalla memoria di chi ebbe la ventura di assistervi. Nel superbo teatro all'aperto, unico del genere esistente in Italia, il prof. Bonci aveva genialmente costruito un palcoscenico in legno tutto sfolgorante di luci e di fiori; altre luci si spandevano ovunque. Il colpo d'occhio era pertanto meraviglioso specie per la moltitudine degli spettatori che non avevano voluto disertare la festa d'arte e di bontà. Si calcola che diecimila persone dalla terrazza che appariva come una cornice fatta di grappoli umani, ai palchi che parevano una doppia cintura di grazia e di bellezza, dalle gradinate nereggianti di folla, alla vasta arena addirittura gremita, abbiano assistito al concerto. Lo Sferisterio si è presentato dunque domenica sera come difficilmente ricordano anche i più vecchi. Detto questo è già registrato il successo caloroso, impressionante. Perchè quella folla era richiamata dall'arte divina di Beniamino Gigli insuperabile voce, insuperabile cuore. E Beniamino Gigli ebbe la sua glorificazione. Cantò come lui solo sa cantare. Ed il pubblico lo circondò del suo plauso riconoscente, entusiasta, delirante. Festa d'arte e di bene che non si dimenticano. Come al solito il divo si prodigò generosamente e con la sua voce ammirevole modulò romanze, duetti, canzoni napoletane: Beniamino Gigli oltre «Cielo e mare» della Gioconda, la romanza della Marta «M'apparì», il duetto della Cavalleria, e quello dell'Aida; cantò l'«Improvviso» dell'Andrea Chenier, la <> dei Pagliacci e nella «Cavatina» del Barbiere; per bis cantò un brano dell'Andrea Chenier. Il maestro Zanella che oltre all'aver diretto insuperabilmente l'impeccabile orchestra, composta di settanta elementi del Liceo Rossini di Pesaro, accompagnò al piano alcune romanze del Gigli, aprì il concerto con la sinfonia dell'Italiana in Algeri, del Rossini: a questo gioiello musicale seguirono dello stesso Zanella La danza comica alla paesana e La danza ungherese del Brahms. Accompagnatore al piano il maestro Carlo Boccaccini. Dopo lo spettacolo all' <
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Maceratando, storia e poesia della città di MacerataBy Roberto Cherubini