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Traduzione in italiano di Daniele Monti dall’essay originale di Paul Graham "The Hardware Renaissance" [Dicembre 2012].
Uno dei vantaggi di Y Combinator è che vediamo i trend prima della maggior parte degli altri e uno dei trend più evidenti dell'ultimo batch è stato il gran numero di startup hardware: 7 aziende su 84 producevano hardware e nel complesso hanno fatto meglio delle altre.
Naturalmente hanno incontrato la resistenza degli investitori. Gli investitori hanno un pregiudizio radicato nei confronti dell'hardware ma l'opinione degli investitori è un indicatore che guarda al passato. I migliori fondatori sono in grado di vedere il futuro meglio dei migliori investitori, perché lo stanno realizzando.
Non c'è un'unica forza che guida questo trend. L'hardware va bene sui siti di crowdfunding, la diffusione dei tablet rende possibile la costruzione di nuovi oggetti controllati da essi o che addirittura li incorporano, i motori elettrici sono migliorati, la connettività wireless di vario tipo può essere data ormai per scontata. Sta diventando più semplice produrre oggetti: Arduino, stampa 3D, taglierine laser e facilità di accesso alla fresatura a controllo numerico rendono più semplice prototipare l'hardware. I rivenditori poi sono sempre meno un collo di bottiglia, visto che i clienti acquistano sempre più online.
Una domanda a cui posso rispondere è perché l'hardware sia improvvisamente diventato di moda: perché lo è sempre stato. Gli oggetti fisici sono fantastici, semplicemente non si prestano quanto il software ad avviare un'attività che cresca velocemente. Anche questa regola, peraltro, potrebbe non essere definitiva e non è nemmeno così vecchia: è così solo all’incirca dal 1990. Forse il vantaggio del software si rivelerà temporaneo: gli smanettoni adorano costruire hardware e i clienti amano acquistarlo, se solo la facilità di spedizione dell'hardware si avvicinasse a quella del software, vedremmo molte più startup che si occupano di hardware.
Non sarebbe la prima volta che una cosa è stata una cattiva idea finché a un certo punto non lo era più. E non sarebbe la prima volta che gli investitori imparano questa lezione dai founders.
Se volete lavorare sull'hardware, non fatevi scoraggiare solo perché temete che gli investitori vi discriminino, in particolare, non fatevi scoraggiare dal fare domanda a Y Combinator con un'idea di prodotto fisico, perché siamo particolarmente interessati alle startup hardware.
Sappiamo che c'è spazio per il prossimo Steve Jobs. Ma quasi certamente c'è spazio anche per il primo .
Traduzione in italiano di Daniele Monti dall’essay originale di Paul Graham "The Hardware Renaissance" [Dicembre 2012].
Uno dei vantaggi di Y Combinator è che vediamo i trend prima della maggior parte degli altri e uno dei trend più evidenti dell'ultimo batch è stato il gran numero di startup hardware: 7 aziende su 84 producevano hardware e nel complesso hanno fatto meglio delle altre.
Naturalmente hanno incontrato la resistenza degli investitori. Gli investitori hanno un pregiudizio radicato nei confronti dell'hardware ma l'opinione degli investitori è un indicatore che guarda al passato. I migliori fondatori sono in grado di vedere il futuro meglio dei migliori investitori, perché lo stanno realizzando.
Non c'è un'unica forza che guida questo trend. L'hardware va bene sui siti di crowdfunding, la diffusione dei tablet rende possibile la costruzione di nuovi oggetti controllati da essi o che addirittura li incorporano, i motori elettrici sono migliorati, la connettività wireless di vario tipo può essere data ormai per scontata. Sta diventando più semplice produrre oggetti: Arduino, stampa 3D, taglierine laser e facilità di accesso alla fresatura a controllo numerico rendono più semplice prototipare l'hardware. I rivenditori poi sono sempre meno un collo di bottiglia, visto che i clienti acquistano sempre più online.
Una domanda a cui posso rispondere è perché l'hardware sia improvvisamente diventato di moda: perché lo è sempre stato. Gli oggetti fisici sono fantastici, semplicemente non si prestano quanto il software ad avviare un'attività che cresca velocemente. Anche questa regola, peraltro, potrebbe non essere definitiva e non è nemmeno così vecchia: è così solo all’incirca dal 1990. Forse il vantaggio del software si rivelerà temporaneo: gli smanettoni adorano costruire hardware e i clienti amano acquistarlo, se solo la facilità di spedizione dell'hardware si avvicinasse a quella del software, vedremmo molte più startup che si occupano di hardware.
Non sarebbe la prima volta che una cosa è stata una cattiva idea finché a un certo punto non lo era più. E non sarebbe la prima volta che gli investitori imparano questa lezione dai founders.
Se volete lavorare sull'hardware, non fatevi scoraggiare solo perché temete che gli investitori vi discriminino, in particolare, non fatevi scoraggiare dal fare domanda a Y Combinator con un'idea di prodotto fisico, perché siamo particolarmente interessati alle startup hardware.
Sappiamo che c'è spazio per il prossimo Steve Jobs. Ma quasi certamente c'è spazio anche per il primo .