Maceratando, storia e poesia della città di Macerata

Inaugurazione acquedotto (6 settembre 1889)


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L’inaugurazione dell’Acquedotto. Macerata domenica 1° corrente sembrava trasfigurata, le sue vie e le sue piazze per solito tranquille, brulicavano di persone, i caffè i restaurants gli alberghi, le osterie rigurgitavano di una folla chiassosa, allegra festeggiante la gran data cittadina, ed il brulichio di persone e l’affluenza ai pubblici ritrovi si mantennero animate sino a tarda notte. In alto i cuori!!…ed il cuore di ogni buon Maceratese oggi esulta di giubilo, di soddisfazione, di amore per questa vecchia ma pur simpatica città, di questa città che fu per tanto tempo, sebbenesotto l’abborrito potere temporale, alla avanguardia della civiltà, e che oggi davanti alla colonna d’acqua di Piazza Vittorio Emanuele sente scorrere maggior sangue nelle sue vene, rinvigorirsi la vita. Evviva! Evviva! Gridano i nostri vecchi aleggianti nello spazio. Fin dalle prime ore del mattino la città è imbandierata. La Piazza Vittorio Emanuele tutta addobbata da antenne e ad arazzi presentava un bel colpo d’occhio. Nel palazzo Municipale erasi costruito dalla Ditta Enrico Pacioni e C. un elegantissimo padiglione al dispora della loggia che prospetta su piazza, i cui drappi in bleu-ciel risaltavano gaiamente in mezzo al rosso degli arazzi e delle antenne. La banda di Città S.Angelo in prossimità del teatro, fatto circolo, suonava scelti pezzi di musica, che venivano applauditi dalla popolazione. Intanto lo spazio venivasi popolando e la massa attorniava la fontana costruita in mezzo alla piazza. Essa è di forma circolare, ad uso di vasca, le cui pareti esterne sono adorne di stalattiti; nel mezzo vi è il cannello rivestito pue di simili pietre. Alle 11.45 ad un segnale del Sindaco la colonna d’acqua irruppe dal centro della fontana in mezzo ad uno splendore di luce e di sole. La folla proruppe in un vero grido di gioja, si battevano le mani si sventolavano i fazzoletti si gridavano da mille e mille bocche gli evviva i più cordiali ed entusiastici, mentre le bande musicali intuonavano la marcia reale accolta da applausi e le campane della torre Municipale suonavano a festa. Fu un momento solenne, sublime in cui l’aspettativa di questo nostro buon popolo si sprigionò tutta intera prorompendo in clamori di gioja e di giubilo. La colonna d’acqua intanto, che raggiungeva la rispettabile altezza di circa 26 metri saliva su, su imponente rompendosi alla cima in un bel pennacchio bianchissimo che un leggero venticello di levante sminuzzava in un pulviscolo sottilissimo e trasportava in leggiere volute dalla parte opposta della piazza. Le campane della torre finalmente cessarono di suonare e tutti aspettavano che fosse data la stura ai discorsi, ma le Autorità credettero bene di non parlare al pubblico, sebbene di rientrare. Lo che se fu un bene perché i discorsi finiscono sempre per affliggere e togliere ad una festa popolare la sua principale caratteristica non toglie che dall’Autorità Municipale potevasi dire brevi parole di circostanza anche per elogiare la Società costruttrice ed i bravi suoi ingegneri signori Lignori, Sanchini e Pascali che hanno saputo con somma maestria condurre a termine un’opera così grandiosa qual è appunto la conduttura dell’acqua dalla lontana sorgente a Macerata. Colà dentro parlò il Prof.Santini facendo la storia dell’opera e descrivendo le buone qualità dell’acqua da lui sottoposta ad analisi, e disse brevi parole il ff.di Sindaco. La folla intanto non si stancava di ammirare la colonna d’acqua che maestosa si elevava in alto, in mezzo ai concerti delle tre bande che suonavano alternativamente. Ed ora sia lecito a noi di fare un augurio, che come l’acqua potabile apporterà a Macerata un grande vantaggio all’igiene pubblica, sia anche la fonte da cui trar forza per maggiori assenzi sulla via del progresso. (Guy, Vessillo delle Marche, 6 settembre 1889)

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Maceratando, storia e poesia della città di MacerataBy Roberto Cherubini