Dazi indiscriminati antieuropei, dazi chirurgici vs Bri; dazi come clave
Andrea Fumagalli conduce sapientemente l’analisi dalla stretta connessione tra la volontà di ridurre il debito ormai insostenibile e le mosse forse avventate sui dazi della seconda amministrazione Trump fino a individuare nel cortocircuito tra elevato valore del dollaro e competitività delle merci statunitensi che produce un saldo commerciale negativo ormai strutturale, mantenuto alto da una difesa centralità a oltranza della divisa come valuta di riferimento nelle transazioni.
Più la valutazione del dollaro rimane alta, meno è competitiva la produzione, con effetti recessivi e inflattivi sulla economia e la finanza americana.
Un debito pubblico che l’America da 50 anni fa pagare al resto del mondo indotto a comprarlo attraverso i titoli di stato e che per questo vede come uno spauracchio la dedollarizzazione, preludio all’insolvenza di una bolla speculativa federale; a questo deficit della bilancia commerciale verso l’esterno ormai consolidato si aggiunge un debito interno che sorge dalla politica fiscale molto espansiva di Biden. Per sottrarsi a questa pressione dei due debiti, Trump si rifugia nei dazi che però hanno risvolti molto pericolosi, perché come molti hanno allertato, possono ritorcersi contro la manifattura americana per l’intreccio della globalizzazione, che diventa uno degli obiettivi della trumpenomics. La produzione interna viene incentivata dall’aumento dei costi di importazione di beni necessari all’industria, ma al costo di maggiore instabilità e importando inflazione almeno quanto si esporta.
Dazi come clava: ricatto retrogrado per il contrasto all’inevitabile multipolarismo
Quello che potrebbe maggiormente scombinare i piani di sconquasso per non cambiare nulla di Trump è che si acceleri la dedollarizzazione, fenomeno multipolare che sta in effetti avvenendo con i paesi dei Brics, a partire dai pagamenti bilaterali in valute diverse dal dollaro tendendo a un sistema alternativo a quello interno allo swift bancario. L’egemonia economica di un’area si basa su 4 livelli: tecnologico, logistico, finanziario e militare. Gli Usa negli ultimi70 anni non hanno brillato per successi militari; provano a contenere la rete distributiva della logistica della Belt Road Initiative e Trump sta inseguendo gli snodi fissati dai cinesi, cercando di sottrare porti e vie al controllo cinese, o di appropriarsi delle materie prime utili per le nuove tecnologie; la vicenda di DeepSeek dimostra come in quanto a tecnologie la Cina è enormemente più progredita degli Usa.