Commento a Atti 4, 32-37
Riprende il tema di 2,42ss, ribadito subito dopo in variazione negativa in 5,1ss.
Come dopo la prima Pentecoste (2,1ss), anche dopo la seconda si descrive la comunità cristiana, che porta il “frutto dello Spirito” (Gal 5,22; cf 1Cor 13,1ss!).
Le gaurigioni di Gesù e quelle dei suoi discepoli sono segno di questa realtà prodigiosa: la comunità che vive il dono dello Spirito – frutto dell'albero della croce, pienezza dell'amore di Dio per l'uomo e dell'uomo per Dio, che si effonde su ogni creatura.
È la nascita dell'uomo nuovo, uguale al Figlio, capace di amare i fratelli come è amato dal Padre. “Amatevi gli uni gli altri con lo stesso amore con cui io ho amato voi” (Gv 13,34), che è lo stesso con cui il Padre ama me (cf Gv 15,9).
Questa è la vera terra promessa, per cui val la pena di vendere tutto – anche la terra promessa che ne è il segno.
È il “tesoro nascosto nel campo”, la nuova creazione, “i cieli nuovi e la terra nuova” (2Pt 3,13; Is 65,17; 66,22; Ap 21,1), fine senza fine del creato, dove finalmente “Dio è tutto in tutti” (1Cor 15,28).