Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 12 dicembre 2011


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Commento a Atti 7, 51 ÷ 8, 1a

Contemplo i cieli spalancati e il figlio dell'uomo che sta in piedi alla destra di Dio
Testimonianza di Stefano
Il martirio di Stefano è la fine, anzi il fine del mondo: in esso si compie il ritorno del Signore e il suo giudizio di salvezza per tutti. Il testimone appartiene già alla creazione nuova, associato alla croce e alla gloria del suo Signore.
Stefano ha narrato la storia della salvezza come fedeltà indefettibile di Dio al suo popolo di ostinata infedeltà. È quanto hanno detto i profeti ( leggi in sintesi Ez 16,1ss). La luce per comprendere questa storia è quanto Giuseppe, figura di Gesù, dice ai suoi fratelli che alla morte del padre Isacco temevano la sua vendetta: “Se voi avete pensato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso” (Gen 50,20; leggi il mirabile testo di Rm 11,1-32 e lo stupore di Paolo in Rm 11,33-36).
L’invettiva con cui Stefano termina il suo discorso è la denuncia profetica del male e della perdizione perché ne prendiamo coscienza e accettiamo l’offerta di grazia e salvezza (vv. 51-53)
La reazione è negativa, come hanno fatto i nostri padri a quella dei profeti e a quella di Gesù. Ma qui sta il mistero di salvezza. Gesù è Dio perché amore assoluto: dà la sua vita a chi gliela toglie. Il suo discepolo è come lui. Nel martire si compie lo stesso mistero di salvezza di Cristo. È come lui, testimone perfetto dell’amore del Padre. In lui finisce il mondo vecchio e inizia il mondo nuovo: il ritorno del Figlio dell’uomo è ormai il venire alla luce dei suoi testimoni, che portano avanti nel mondo e per il mondo la stessa unica salvezza – che è l’amore sempre fedele di Dio e sei suoi inviati (vv. 54-56).
Alla fine la sua morte è un dare la vita come Gesù. Stefano, a differenza del profeta Zaccaria, ucciso tra l’altare e il santuario (Lc 1151), non dice: “Il Signore lo veda e ne tenga conto” ( 2 Cr 24,20-23). In lui si compie, come in Gesù, la nuova alleanza ed eterna alleanza, fondata sul perdono di chi dà la vita per chi lo uccide: lì tutti riconosceranno chi è il Signore (Ger 31,31ss). Come con Gesù, così con Stefano e tutto il nugolo di testimoni che seguiranno, il Regno di Dio viene in mezzo a noi, in attesa di entrare in noi se lo accogliamo come loro (cf. Lc 17,21). Il sangue del discepolo, come quello del Maestro, è “il sangue della nuova ed eterna alleanza, versato per tutti”, cominciando dai nemici non è morte, ma seme di vita per tutti (vv. 57-8,1a).
Con Stefano si compie a Gerusalemme la prima tappa della testimonianza, per espandersi subito dopo in Giudea, Samaria e fino agli estremi confini della terra (At 1,8).

NB: leggere Luca 6,27-36 e 23,33-48!

DIVISIONE
a. 7,51-53: invettiva profetica di Stefano
b. 7,54-56: la venuta del Figlio dell’uomo
c. 7,57-8,1a il testimone perfetto del Figlio uguale al Padre




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Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti