Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 14 novembre 2011


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Commento a Atti 7, 13-16

Le parole di Stefano su Giuseppe le abbiamo fatte al rallentatore. Per due motivi. Il primo è cogliere il percorso fatto dai giudei cristiani per capire la “bestemmia” di Gesù come compimento di ciò che la Bibbia ha da sempre detto. Infatti ogni versetto richiama alla memoria una storia nota a tutti. Il secondo motivo è perché la storia di Giuseppe è una miniera inesauribile. Nessun testo letterario è così analitico e fine, con essenzialità senza sbavature, nel descrivere il cuore dell’uomo nelle sfumature e complessità delle relazioni tra fratelli e con il padre.
Cercare i fratelli è il senso della storia umana. È l’opera che può fare chi si sente amato dal padre e sa che il padre ama anche gli altri come lui. Tutti siamo prediletti. Ma la predilezione di uno non è esclusione: è da estendere a tutti. L’amore non diminuisce se si dà a più persone: anzi, cresce.
La storia nostra, sempre uguale a quella di tutti – tutti siamo fratelli! – è riscattata da chi, sentendosi amato, ama dona e perdona gli altri con lo stesso amore del Padre.
È un lento cammino per far emergere l’invidia e il male rimosso e nascosto, riconoscibile quando in qualche modo lo riviviamo sulla nostra pelle.
Nel primo viaggio dei fratelli in Egitto Giuseppe fa compiere ai fratelli la prima tappa per ricostruire la fraternità: fa venire alla luce la colpa sepolta e surgelata per 20 anni nel loro cuore. Se la portano a casa e ne sono cucinati per un tempo imprecisato. Il padre non vuol affidare Beniamino ai fratelli. Così anche lui ha la colpa di abbandonare il Figlio Simeone. Ma alla fine cede per fame, la miglior consigliera. I fratelli tornano in Egitto per la seconda volta con Beniamino. Si ritrovano finalmente tutti, senza padre. E qui c’è la seconda tappa di ricostruzione e riconoscimento della fraternità- sempre incerta. I fratelli, pur riconoscendo la loro colpa, non riescono ad accettare il perdono di Giuseppe. È lungo il cammino per uscire dalla colpa e accettare che si vive della grazia dell’altro che ci perdona. Anche alla morte del padre, avvenuta 17 anni dopo, non sarà compiuto questo cammino. Non bastano 20+ 17 anni! È il cammino della vita. C’è da accettare, come dice Giuseppe - il figlio amato e mediatore di questa grazia - che tutta la storia di male è positivamente assunta da Dio per fare il bene nostro e di tutti (Gen 50,20).




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Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti