Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 16 aprile 2012


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Commento a Atti 10, 1-8

Continua il percorso della Parola. Testimoniata a Gerusalemme, è uscita per la Giudea e poi nella Samaria, giungendo fino a Damasco. Il racconto di Cornelio, anticipato dal preludio con l’Eunuco, apre la Parola alla sua fase definitiva e senza fine. L’abolizione di ogni separazione religiosa e culturale è il compimento del disegno di Dio: la benedizione di Abramo si estende agli estremi confini della terra. L’umanità intera diventa per la prima volta un’unica famiglia: è la “globalizzazione”. Ma non come omologazione sotto il dominio di un potere politico o tantomeno religioso, bensì nella libertà dei figli di Dio che ci fa tutti fratelli. Questa libertà, uguaglianza e fraternità si fonda nel fatto che nel suo Figlio, discendenza di Abramo, tutti veniamo dall’unico Padre. Questo è il mistero eterno di Dio e dell’uomo, svelato ora a salvezza di tutti, Dio compreso! Le differenze culturali e religiose possono e devono restare, ma non in opposizione tra di loro, bensì in comunione di arricchimento reciproco. I confini non sono più barriere, ma apertura di orizzonti senza fine: il con- fine è il luogo dove due finitudini si mettono l’una-con-l’altra, schiudendosi a ulteriori alterità, sacramento dell’Altro.
Evidentemente questo suppone la libertà di amare di cui testimonia Paolo in 1Cor 7,1ss. Tale libertà si esprime nel rispetto della coscienza e del cammino altrui, anche se errato e ancora incompleto. Il suo fondamento consiste nel fatto che c’è “uno solo il Signore, Gesù Cristo, in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui” (1Cor 7,6). Salta così ogni categoria culturale e religiosa di “mondo-immondo, lecito-illecito”: bene o male è l’azione (od omissione) che edifica o danneggia il fratello. Per questo dice Paolo: “Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnare il maggior numero: mi son fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare (alla libertà dei figli) coloro che sono sotto la legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe con loro” (1Cor 9,19-23). La legge di Cristo ormai è portare gli uni i pesi degli altri (Gal6,2): la libertà è essere servi gli uni degli altri nel reciproco amore (Gal 5,13).
Questi principi, semplici e chiari, comportano soluzioni pratiche spesso assai complesse: come fare l’eucaristia e la commensalità con le differenze di tabù religiosi e culturali che ci sono? Il “Concilio” di Gerusalemme (At 15,1ss) non definisce verità assolute, ma dà norme pratiche, che poi saranno superate, ma che per ora sono “edificanti”, capaci di costruire comunione tra culture diverse. Se pensiamo a Concili successivi fatti per.. scomunicare altri, c’è una buona differenza. Pensiamo anche ai riti cinesi e all’idiosincrasie della gerarchia cattolica al mondo moderno. Fino ad oggi abbiamo sostenuto monarchie e dittature per imporre con il potere le nostre leggi, spesso discutibili , o semplicemente per avere privilegi.
Dio, come mandò l’angelo a Maria e a Cornelio, faccia sentire la sua voce anche a Pietro che diversamente non sarebbe disposto ad accogliere “gli apostoli” che, avvisato dall’angelo, Cornelio sempre gli manda. È necessario che Dio stesso prenda in mano la situazione, mandando il suo angelo a un estraneo che riceve l’ordine di pescare il pescatore di uomini alla pesca di Dio. Pietro deve capire che quelli che chiama pagani Dio vuole che diventino suo popolo, senza sottostare alla circoncisione e alle sue prescrizioni religiose.
Temi di bruciante attualità.
Già nei Vangeli l’azione dello Spirito si svela con i lontani (cf. la samaritana di Gv 4,1ss, la sirofenicia di Mc 7,27ss e p., il centurione di Lc 7,1ss e pp. e il centurione di Mc 15,39 3 e pp.). La sollecitazione alla chiesa ad essere se stessa la viene sempre dal di fuori: è sempre l’altro che mi appella alla fraternità, che mi conferisce di essere io stesso figlio.

Articolazione del testo:
a. vv. 1-2: descrizione di Cornelio
b. vv. 3-6: apparizione dell’angelo che manda a chiamare Pietro
c. vv. 7-8: Cornelio manda un suo attendente a chiamare Pietro


COMUNICAZIONE IMPORTANTE: sul sito www.gesuiti-villapizzone.it stiamo pubblicando le trascrizioni delle Lectio.



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Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti