Commento a Atti 14, 1-7
Quando ci fu l'assalto per aggredirli e lapidarli, fuggirono verso le città della Licaonia
Paolo e Barnaba, appena scacciati da Antiochia di Pisidia, vanno verso Iconio, città importante del centro dell’attuale Turchia. Era il capoluogo della provincia romana di Galazia. Pure qui, come al solito, predicano nella sinagoga. La scena, quasi un doppione della precedente, mostra lo stile normale dell’evangelizzazione. Molti giudei e pagani credono. I giudei rimasti increduli si danno da fare per farli eliminare. L’annuncio non lascia indifferenti: o lo si accoglie o ci si oppone. La persecuzione fa parte integrante della missione. L’annuncio, nonostante i segni, non si impone. La fede è sempre un atto di libertà nostro, che non dipende da Dio. La fede e l’incredulità è per il Signore stesso oggetto di sorpresa. È l’unica cosa di cui si meraviglia. In Mc 6,6 si meraviglia dell’incredulità dei suoi di Nazareth e in Lc 7,9 si meraviglia della fede del centurione pagano.
Il cammino della Parola è inarrestabile, come quello della verità e dell’amore. Ma subisce necessariamente l’opposizione dell’incomprensione e del rifiuto. Solo la croce di chi non maledice i nemici, anzi dà per loro la vita, testimonia un amore più forte della morte. Questa è la verità di Dio, sempre fedele, che vince il male con il bene (Rm 12,21). Per questo la persecuzione fa parte della missione. Il male si oppone al bene, anche con violenza mortale. L’arma vincente è “amate i vostri nemici, ecc.” (Lc 6,27ss). Gesù stesso prega il Padre per coloro che lo uccidono ( Lc 23,34). La sua vittoria infallibile è dare la vita a chi gliela toglie. Questa è l’unica dimostrazione della verità dell’amore che vince la menzogna. La “ecclesia pressa” è marchio di libertà e autenticità della Sposa di Cristo. La chiesa, alleata con lo stato, che opprime e si impone, è marchio di schiavitù e adulterio.
La città si spacca in due. Giudei e pagani, nemici tra loro, si fanno amici contro i “fratelli”, come si allearono contro il Figlio. Il male però non impedisce il bene. Inconsapevolmente lo realizza (cf. At 4,27-28). Paolo e Barnaba restano nella città il tempo sufficiente per consolidare i fratelli nella fede. Il Signore li assiste con segni e prodigi. Quando però stanno per assaltarli e lapidarli, fuggono e continuano a portare altrove la Parola.
Ognuno di noi nasce e vive di accoglienza altrui. L’amore è il sigillo di Dio in noi, fatti a sua immagine e somiglianza. Dio è amore. È sempre ospite: entra, nasce e vive in chi l’accoglie. L’amore non si impone. Rispetta la libertà. Però è sempre disposto a proporsi, esporsi e deporsi nelle nostre mani. Tra otto giorni è Natale. Il “segno” del nostro “Salvatore, Re e Signore” è ben diverso da quello dell’imperatore Cesare Augusto. Costui ha in mano il mondo, del quale fa il primo censimento. Il suo censimento “ingloba” anche Dio. È un fragile neonato, fasciato, adagiato nella mangiatoia – come lo sarà nel sepolcro. Dio si è fatto piccolo figlio dell’uomo, ultimo di tutti, per mettersi nelle mani degli uomini (Lc 9,44). Noi lo accogliamo, anzi “concepiamo” (Lc 22,54), nelle nostre mani di peccatori che, appendendolo alla croce, lo riveleranno come Dio. Cosa avviene della tenebra che cattura la luce? Grande mistero della Gloria!
DIVISIONE
a. v.1: annuncio e successo nella sinagoga
b. vv.2-3: opposizione dei disobbedienti e favore del Signore
c. v. 4: la città si spacca in due: pro o contro i fratelli
d. vv. 5-6a: assalto e fuga
e. vv.6b-7: disseminazione della Parola nella regione