Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 17 ottobre 2011


Listen Later

Commento a Atti 7, 1-8

Memoria dell’alleanza di Dio con i padri e sua fedeltà.
Alla trasfigurazione di Gesù segue il racconto del suo cammino verso Gerusalemme dove compie l’Esodo di cui parlavano con lui Mosè ed Elia (Lc 9,30s). Alla trasfigurazione di Stefano segue il racconto di quelli che hanno testimoniato la fedeltà di Dio nell’AT (At 7,1-34) e del suo popolo che li rifiuta (At 7,35-43). Il tutto si conclude con la presenza di un Dio assente dal tempio fatto da mai d’uomo e presente in tutto l’universo (At 7, 44-50). Il c. 7 è un compendio di storia della salvezza. È analogo alla parabola allegorica dei vignaioli omicidi, dove lo scontro tra la fedeltà di Dio e l’infedeltà nostra culmina nella cosa “mirabile ai nostri occhi” (Sal 118,23; Mc 12,11): “La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo” (Sal 118,22; Lc 20,17).
La storia qui narrata è paradigma di ogni storia: gli inviati di Dio come testimoni della sua fedeltà sono rifiutati, da Giuseppe a Mosè, dai profeti al Battista, da Gesù a Stefano e tutti quelli che seguiranno. La storia della salvezza passa sempre e per tutti attraverso di loro e da chi è come loro. Il come lo vedremo nel finale del martirio di Stefano, identico a quello del suo Signore. La loro non è morte; è testimonianza di un volto trasfigurato da un amore che ha già vinto la morte: è la potenza del Dio dei vivi, sempre fedele.
Ci fermiamo sulla prima parte del discorso che fa memoria e racconta la fedeltà di Dio con i padri, centrandola sulle tre figure di spicco: Abramo (vv. 2-8), Giuseppe (vv. 9-16) e Mosè (17-34), nostri padri nelle fede.
È il 5° e il più lungo discorso di At. Manca l’annuncio Kerygmatco di Cristo morto e risorto. Ma nella vicenda dei nostri Padri e di Stefano si vede in filigrana il volto di Cristo. È una chiara lettura cristologica della storia d’Israele con il suo Dio, che rivive in pienezza in Stefano e in quanti dopo di lui saranno testimoni di Gesù. Probabilmente il discorso viene da un abbozzo di storia della salvezza nata in ambito giudeo-ellenisitco, che considera l’azione di Dio legata alla promessa universale fatta ad Abramo e alla fede più che al tempio e alla terra. Tale discorso, ripreso da ellenisti cristiani, fu adattato da Luca alla situazione di Stefano, mostrando il cammino esemplare che lui stesso ha compiuto. Tutta la storia si comprende alla luce di Gesù, il Figlio dell’uomo, che è l’unica theoria di Dio (Lc 23,48): “Dio nessuno mai ha visto: l’Unigenito Dio, che è verso l’utero del Padre, lui l’ha esplicato” ( Gv 1,18); “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9) “Dio nessuno mai ha visto: l’Unigenito Dio, che è verso l’utero del Padre, lui l’ha esplicato” ( Gv 1,18); “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14,9). Gesù aveva detto: “Il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati.” (Gv 5, 19ss).
Dio è costantemente all’opera nei suoi testimoni, che riproducono quel volto che nel Figlio ci è totalmente svelato. Dalla carne di Gesù conosciamo Dio e la sua azione nella storia, prima e dopo di lui: lui è il centro del tempo. La Parola di Dio è sempre viva e operante. Per questo non si può scambiare Dio con un’istituzione, una norma o un luogo, sia prima che dopo il Messia. Dio è Signore e salvatore di ogni storia (inni cristologici di Ef 1,3ss e Col 1,12-20). Questa linea è già presente in Is 1,10-17 e Ger 7,1-15, con critica radicale al tempio e alle istituzioni sacrificali: la linea profetica postesilica sposta l’accento dalla terra alla fedeltà alla parola.



...more
View all episodesView all episodes
Download on the App Store

Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti