Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 18 marzo 2013


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Commento a Atti 15, 13-29

È parso (bene) allo Spirito Santo e a noi di imporvi nessun peso in più eccetto queste cose

Siamo al cuore del libro degli Atti. È tematizzata la continuità del cristianesimo con il Giudaismo, ma anche la sua novità.
I vv. 1-5 pongono il problema della salvezza: è necessaria anche la circoncisione e dall’osservanza della legge Mosaica o basta la sola fede? La risposta di Pietro, data dalla sua esperienza descritta nel c.10, è chiara. I pagani non sono tenuti a diventare giudei per essere eredi della promessa di Abramo.
Che i Giudeocristiani osservino la legge, non fa problema. Che i pagani approdati al cristianesimo non osservassero la legge, anche se a Pietro faceva problema, Dio l’ha persuaso del contrario nell’incontro con Cornelio.
La novità portata dalla croce di Cristo è il crollo del muro di separazione tra Giudei e pagani (Ef 2,14-22). Il Cristo ha creato in se stesso di tutti i popoli un solo uomo nuovo (Ef 2,15). Senza o con la legge (Rm 1,16-3,22), Giudei e pagani, “tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono stati tutti giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù” (cf. Rm 3,23s). Per questo Paolo scrive: “Non mi vergogno del Vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: “Il giusto vivrà mediante la fede’ ” (Rm 1,16s; cf Ab 2,4).
I cc. 1-8 raccontano la missione ad Israele, con anticipi della missione universale; il c. 15 conclude la prima tappa della missione a popoli sempre più al margine del giudaismo, iniziata con la conversione di Paolo al c. 9. In At 16,4 si menzioneranno per l’ultima volta “gli apostoli”, DANDO inizio alla seconda fase della chiesa. Non è la soppressione della Chiesa-madre, ma la sua proliferazione tra i pagani. Il “Concilio” di Gerusalemme è lo svincolo teologico del cristianesimo: la salvezza viene dalla fede, non dalla legge. Si apre la possibilità di essere cristiani prescindendo dalle differenze di religione, condizione sociale e di genere.
Insieme a tale questione di fondo, Luca pone anche un secondo problema pratico, sorto ad Antiochia. In questa città convivono cristiani di origine giudaica e pagana. Ovviamente sono in comunione, anche nei pasti. Ma come mangiare insieme, rispettando le varie culture con i loro diversi tabù?
È un problema, più che di fede, di convenienza e di rispetto verso l’altro. È analogo a quello dei pagani neoconvertiti, che non vogliono mangiare la carne comperata al macello se è stata sacrificata agli idoli. Vedi l’atteggiamento di libertà e rispetto di Paolo nei loro confronti (1Cor 8,1-10,33). Le norme che si danno al “Concilio” di Gerusalemme servono solo per render possibile la commensalità tra cristiani giudei e non giudei .
Luca pone in un solo documento la soluzione dei due problemi, anche se forse sono stati affrontati e risolti in tempi diversi. Per la Chiesa questo documento è essenziale. Stabilisce con chiarezza la verità del Vangelo: siamo salvati tutti per grazia di Dio e dobbiamo usare grazia agli uomini. La salvezza è l’amore del Padre nel Figlio che ci fa amare i fratelli. Insieme anche si cerca un modus vivendi pratico tra religioni e culture diverse. È indifferente essere Giudeo o Greco, perché siamo tutti figli nel Figlio. Ma non è indifferente rispettare allo stesso modo l’uno e l’altro. Per stare insieme, si trovano compromessi, anche provvisori, che tutti possono accettare senza ripugnanza.
È il problema, sempre aperto, dell’inculturazione. Questa presenta oggi un nuovo aspetto. Non solo bisogna inculturarsi con tutte le culture e religioni. Bisogna che ci inculturiamo tutti alla contemporaneità, per vivere in Dio la nostra storia attuale, che tende al compimento della libertà. Altrimenti tutte le religioni cadono nel rigore e nella violenza del fondamentalismo. Le religioni sono tra di loro concorrenti, ma hanno un nemico comune: la contemporaneità.



DIVISIONE
a. vv.13-14: Giacomo, che presiede la comunità Giudeocristiana, è d’accordo con Pietro
b. vv. 15-18: Giacomo prova con la Scrittura che ciò è conforme alla promessa di Dio
c. vv. 19-21: Giacomo tira la conclusione di non gravare di tutta legge giudaica gli ex pagani
d. vv. 22-23a: invio di Giuda Barsabba e Sila con la lettera delle clausole per “mangiare insieme”
e. vv. 23b-29: contenuto della lettera di comunione, con disposizioni pratiche
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Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti