Commento a Atti 8, 1b - 8
Avvenne una grande persecuzione in quel giorno
La Chiesa, nata ai piedi della croce del Maestro, si diffonde nel martirio del suo testimone. La stessa persecuzione, invece di arrestarla, è il veicolo veloce della sua disseminazione. I discepoli, messi alle strette dall’ostilità contro di loro, guadagnano orizzonti sempre più ampi. Come la croce di Gesù realizzò il suo disegno di salvezza, così la croce e persecuzione dei discepoli diffonde la salvezza nel mondo intero. Il sangue di Cristo ci salvò e ci comunicò il suo Spirito. Il sangue dei suoi martiri continua la sua testimonianza di un amore più forte della morte e porta ovunque fecondità di vita, fino a quando Dio sia tutto in tutti.
Non dobbiamo cercare persecuzioni – non siamo masochisti- ma neppure evitarle a tutti i costi. Se siamo perseguitati per la giustizia, beati noi: siamo come Gesù e tutti i profeti, che hanno vinto il male con il bene. Il male che faccio lo pagano gli altri; il bene che faccio, lo pago io. Per questo, anche se ci pare strano, “nessuna buona azione resta impunita”. Così, come dice Paolo, si completa nella nostra carne ciò che ancora manca alla passione di Cristo per la salvezza di tutti ( cf Col 1,24).
Se manca la persecuzione esterna, non manca però mai quella interna: il nostro egoismo che ci impedisce di amare. Per questo Luca 9,23 dice che per il discepolo c’è una croce da prendersi sulle spalle ogni giorno. Non a caso il primo santo non martire è Martino, che divise con il povero il suo mantello.
La persecuzione e la dispersione della Chiesa, che già avviene all’inizio, è letta da Luca alla luce della storia di Gesù. La sua croce non è un fallimento – così pensavano, come tutti, i due di Emmaus – ma è e resta sorgete aperta di salvezza e risurrezione per tutti. Questa visione della storia della salvezza, se uno conosce la storia della Chiesa, vede che è sempre stata vera e lo è anche adesso. Quando la Chiesa testimonia l’amore e la giustizia, è perseguitata e prospera: è associata alla vittoria della croce. Quando invece usa la croce per fare le sue varie crociate in cerca di potere o si allea con i potenti, invece di crescere si autodistrugge. È mondana e ha nulla di nuovo e salvifico da dire al mondo. Per questo le chiese furono costruite sul luogo del martirio del fondatore di quella comunità. Ancora adesso nell’altare si mettono le reliquie dei martiri e dei santi – martiri dell’amore nella vita quotidiana. Sanguis martyrum, semen christianorum.
Luca narra nei cc. 1-5 la testimonianza, fondante, degli apostoli a Gerusalemme, poi quella del diacono Stefano e di seguito quella del diacono Filippo in Samaria. Lentamente, grazie alle persecuzioni, la Chiesa accoglie il mandato di Gesù di essere testimone di Lui “a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 18)
DIVISIONE
a. v. 1b: persecuzione e disseminazione da Gerusalemme alla Giudea e alla Samaria
b. vv. 2-3: sepoltura di Stefano e “devastazione” di Saulo
c. vv. 4: ripresa di 1b.
d. vv. 5-8: testimonianza di Filippo in Samaria