Commento a Atti 16, 16-40
Si rallegrò tutta la casa avendo creduto in Dio
Il primo incontro di Paolo con il mondo pagano a Filippi è una sequenza di “peripezie”. Nuovi aspetti dell’evangelizzazione si incastrano con quelli usuali. Nuovo è il contesto: un mondo di schiavi e padroni, di dèmoni, o demoni, e magistrati. Usuali sono la persecuzione, le battiture e il carcere per chi fa il bene. È il mistero della croce del Giusto che continua, a salvezza di tutti. Ma insieme c’è anche quello della risurrezione, con la liberazione di tutti e la nascita della seconda chiesa d’ Europa. La prima è stata la casa della giudea Lidia, commerciante di porpora; la seconda la casa di un pagano anonimo, carceriere della città.
Paolo e Sila vanno alla preghiera con gli ebrei e i simpatizzanti della casa di Lidia. Ora ad evangelizzare c’è addirittura lo “spirito di divinazione”, che per i greci era una cosa buona e per i giudei uno spirito malvagio. Infatti anche nei Vangeli i primi a proclamare Gesù come Cristo e Figlio di Dio sono i demoni. Dopo la falsa immagine di Dio suggerita dal serpente in Gen 3,1ss, i demoni sono “alleati” del dio da loro inventato per dominare l’uomo mediante la religione. Gesù è venuto a rompere quest’alleanza sull’albero della croce, che rivela un Dio opposto a quello incontrato sull’albero del bene e del male.
Paolo libera la giovane schiava dallo spirito immondo. Per questo è accusato come un giudeo che turba l’ordine pubblico. Paolo e Sila subiscono le bastonature e sono incarcerati.
Il testo è un gioco di liberazioni e di salvezze. Paolo libera la donna dallo spirito immondo e tutti i carcerati sono miracolosamente sciolti da catene e ceppi. Il carceriere, a sua volta, liberato da morte, è salvato e diventa cristiano, con tutta la sua casa.
La liberazione della schiava dallo spirito del male costa cara a Paolo e Sila. Sono battuti e gettati nel più profondo del carcere, come in un sepolcro. Anche il trionfo di Cristo su satana e le “reti e catene” con cui imprigiona tutti, avviene sul legno della croce. Da questo trono Gesù si rivela come Figlio di Dio e sovrano universale che libera tutti portando, su di sé i loro mali (Lc 23,25-43). Il terremoto notturno che apre tutte le porte e scioglie ceppi e catene, è una scena di risurrezione generale.
L’esorcismo della giovane, schiava di un demone, mostra il trionfo di Cristo sul paganesimo. La successiva liberazione di tutti quelli che sono in carcere – in questo mondo siamo un po’ tutti carcerieri e carcerati! - mostra che il Dio Altissimo del cristianesimo intende liberare ogni uomo dalle sue schiavitù.
La liberazione dal carcere di Paolo è parallela a quella di Pietro descritta in Atti 12,3-17. La missione verso i pagani è guidata e realizzata da Dio: né battiture, né ceppi, né catene, né carcere la possono arrestare. Gli stessi spirito immondi, involontariamente, la favoriscono. Davanti al bene il male esce allo scoperto ed è dissolto come la tenebra davanti alla luce.
L’ambiente di Filippi, “colonia romana”, dipinto da Luca con brevi tratti significativi, è presentato come lo “scenario tipo” del confronto tra Vangelo e mondo pagano. Già da tempo i giudei si sono “acclimatati” nelle cultura locale. Ma non senza difficoltà. Sono visti sempre con sospetto dai locali. La tendenza antigiudaica è antica. Essendo i giudei disseminati in tutto il mondo, ovunque arrivano mettono implicitamente in crisi le culture locali. Pur essendo il giudaismo una “religio licita”, tuttavia l’antigiudaismo è diffuso e tocca anche i giudeocristiani Paolo e Sila. Oggi siamo a 1.700 anni dall’editto di Costantino! Da allora la religione cristiana, diventata religione di stato, ha ereditato l’antigiudaismo tipico di tutti i potenti che hanno paura di chi si sente libero.
A Filippi, in Europa, la chiesa comincia con persone semplici e comuni: una commerciante ebrea con la sua famiglia e un carceriere pagano con la sua famiglia. Dio si rivela ai poveri e ai semplici, non ai sapienti, ai ricchi e ai potenti. “Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono” (1Cor 1,28). Il messaggio cristiano ha attirato a sé tutti, perché presenta Gesù Crocifisso. Egli è “il figlio dell’uomo”, massimo comun divisore di ogni uomo, nel quale ognuno può riconoscersi, anche Dio. Infatti se togli a ogni uomo ciò che ha, resta ciò che è: è semplicemente uomo. E solo per questo è immagine e somiglianza di Dio.
DIVISIONE
a. vv.: 16-18: incontro tra Paolo e lo spirito del male
b. vv.19-24: accuse antigiudaiche contro Paolo e Sila con battiture e carcere
c. vv 25-26: liberazione notturna di tutti i prigionieri vv. 27-34: salvezza del carceriere
d. vv.35-40: liberazione di Paolo e Sila con scuse da parte dell’autorità