Commento a Atti 5, 34-42
Non tutti sono allineati con i capi e con il loro delirio che nega la realtà. Ci sono dappertutto persone sagge e coraggiose, che cercano la verità.
Per questo, sia nella Chiesa che nella società, non bisogna mai dare il potere a chi vuol dominare. Se Nicodemo difese Gesù (Gv 7,50ss), ora il grande maestro Gamaliele difende i suoi apostoli. E non solo per rispetto della legalità, che chi sta a capo dovrebbe avere più di tutti (purtroppo chi ama il potere, quando è debole e sta per perdere, fa come i bari: cambia le regole del gioco, pur di sopravvivere!).
Grazie a Dio ci sono sempre delle persone libere, amanti di ciò che è giusto e vero – aperte alle novità che Dio opera. Le parole di Gamaliele suggeriscono una sana teologia della storia: il male comunque finisce male e il bene non si può arrestare. Il tempo è galantuomo!
Bisogna però stare attenti a non porsi contro Dio, che agisce nelle novità della storia che lui vuol portare a salvezza. Più le reprimi, come una molla compressa, acquistano forza.
I capi seguono per ora il consiglio di Gamaliele. Rilasciano gli apostoli. Ma prima fanno loro assaggiare l’antipasto di ciò che tocca a chi non si sottomette al loro controllo: li flagellano con i 40 colpi meno uno.
E questa è per loro perfetta letizia (cf Lc 6,22s): sono stimati degni di essere come il loro Maestro.