Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 24 ottobre 2011


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Commento a Atti 7, 9-10

Stefano, davanti al Sinedrio, racconta la storia della salvezza. Mostra che la bestemmia, di cui lo accusano, è la verità di cui parla Bibbia.
Abramo ci dà la prima caratteristica del nostro patrimonio genetico: la fede. Egli è il nuovo Adamo che crede alla promessa di Dio. Credere alla sua Parola è radice di ogni giustizia. Tale fiducia restituisce all’uomo la sua identità di figlio e a Dio quella di Padre. Se la fede del padre Abramo è vittoria sul male del padre Adamo, il perdono ai fratelli di Giuseppe è vittoria di Abele sull’odio di Caino. Nasce un nuovo modo di rapportarsi con i fratelli, basato sull’amore invece che sulla violenza. La storia avventurosa di Giuseppe è la più lunga della Genesi: va dal cap. 37 al cap. 50. Essa conclude il primo libro della Bibbia con una grande luce: la possibilità di una società nuova. Il libro fondante del “Principio”, quando tutto era bello, molto bello, narra anche il brutto e l’ambiguità della storia. Essa torna alla sua bontà originaria con Giuseppe, che cerca i suoi fratelli (Gen 37,16). Cercare i fratelli è l’apice della Bibbia, il progetto di Dio Padre sull’umanità. La fede in Dio, propria di Abramo, diventa in Giuseppe amore verso i fratelli. La sua è una storia di passione e risurrezione, che riscatta da ogni malvagità. Emblema del modo di agire di Dio sono le parole di Giuseppe ai fratelli: “ Se voi avete pensato di fare del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso” (Gen 50,20). Dio agisce rispettando la libertà dell’uomo di fare il male; ma rispetta anche la propria libertà di liberare la libertà dell’uomo, schiava del male.
La storia è sinergia tra il male di chi odia e il bene del Giusto che lo porta su di sé per amore. Il Giusto che si fa fratello degli ingiusti è “l’agnello di Dio che porta su di sé e toglie il peccato del mondo” (Gv 1,29). Nella prima persecuzione anche i discepoli dicono a Dio: “Davvero in questa città si riunirono contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato e le genti e i popoli di Israele, per compiere ciò che la tua mano e la tua volontà avevano preordinato che avvenisse”, ossi fare di lui, pietra scartata, il Nome nel quale c’è salvezza per tutti (At 4,27s. 11s). È la stessa meraviglia che esplode dalla bocca di Paolo quando vede ogni male riscattato dalla misericordia: “O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Come son imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rm 11, 32s).
Giuseppe è il figlio amato e considerato morto dal padre: i fratelli l’anno odiato per invidia e venduto agli egiziani. È immagine di Gesù: ai fratelli che lo uccidono, rivela l’amore infinito del Padre per loro.

Leggi la storia di Giuseppe: Genesi dal cap. 27 al cap. 50.




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Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti