Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 26 novembre 2012


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Commento a Atti 13, 13 - 25

Secondo la promessa, Dio trasse a Israele un salvatore, Gesù

Siamo a metà del racconto degli Atti. Continua il primo dei viaggi apostolici di Paolo, che occuperanno tutta la seconda parte del libro. Il c. 13 contiene in sintesi l’annuncio di Paolo ai Giudei di Antiochia di Pisidia, di lingua greca ed ellenizzanti. Pur con differenze dovute a tempo, luogo e persone diverse, è analogo a quello di Pietro a Pentecoste e di Stefano davanti al Sinedrio. Mostra infatti Gesù come compimento della promessa ad Israele.
La prima parte (13,16b-25) racconta la storia dei padri nella fede. Ne risulta come una grande pagina di collage con le foto di famiglia. Rivisitando a volo d’aquila l’AT, ne tocca le tappe e relative figure fondamentali: l’elezione dei padri e la nascita del popolo in Egitto (Genesi), la liberazione dall’Egitto e il cammino nel deserto con il dono della legge (Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio), l’occupazione della terra (Giosuè, Giudici e Rut), il regno di Saul e la promessa a David di un discendente che sarà il Messia salvatore (1-2 Samuele): costui è Gesù, di cui il Battista, ultimo dei profeti, ha parlato.
A differenza del discorso di Stefano (7,2-53) lungo il doppio di questo, Paolo non sottolinea la durezza di cuore del popolo che ha crocifisso il Messia. In questa prima parte evidenzia come Dio guida la storia, portandola dall’elezione di Israele a Gesù, germoglio di Davide. C’è continuità di disegno tra Israele e chiesa. Non c’è contrapposizione tra i due: non c’è lotta tra albero e rami, tra rami e frutti. La riconciliazione tra madri/padri e figlie/figli è la condizione perché la vita continui. Questa riconciliazione è implicita nel v. 24. Infatti la missione del Battista è quella dell’Elia redivivo: è mandato “davanti al volto” del Signore per preparane l’accoglienza attraverso la conversione del cuore dei padri verso i figli e dei figli verso i padri (cf. Ml 3,1.23s).
Anche i quattro Vangeli presentano la croce come il luogo di conciliazione tra Dio e uomo e degli uomini tra loro (cf. anche Ef 2,11-22; Col 2,13-15).
La seconda parte (13,26-37) sarà la proclamazione ai presenti di Gesù, argomentata dalla Scrittura. La terza parte (vv. 38-41) sarà l’invito conclusivo alla conversione: in Gesù c’è il perdono e la giustificazione mediante la fede in lui. La reazione immediata di molti Giudei e proseliti è l’accoglienza. Quella della maggioranza sarà un rimando al sabato successivo, quando ci sarà un netto rifiuto. Per questo l’annuncio passerà ai pagani (13,41-51), come si racconterà nel seguito della narrazione (cc.14-26). Il rifiuto, come la persecuzione, non arrestano la Parola, ma la dilatano e portano sempre oltre.
È in questa stessa storia la linfa vitale di Gesù e dei suoi discepoli. È pazzesco pensare a cosa abbiamo combinato. Se alcuni contemporanei di Gesù hanno ucciso il Messia, i nostri contemporanei hanno puntato all’eliminazione di tutto il popolo messianico – risultato osceno di una lunga storia di fraintendimenti.


DIVISIONE
a. vv. 13-14: partenza da Cipro e defezione di Marco
b. vv. 15-16a: invito a parlare in sinagoga
c. vv. 16b-17: elezione dei Padri e formazione del popolo in Egitto
d. vv. 18-20: cammino nel deserto, ingresso in terra e periodo dei Giudici
e. v. 21: Saul, primo re
f. vv. 22-23: Davide e promessa del Salvatore, Gesù
g. vv. 24-25: proclamazione del Battista
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Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti