Commento a Atti 4, 23-31
Si conclude il racconto del primo miracolo(3,1ss) e della prima persecuzione. Ricevuto lo Spirito, i discepoli sono testimoni di Gesù risorto.
Dopo aver agito e patito come Gesù, riuniti in preghiera capiscono bene il mistero della sua passione.
Tutto il male dei nemici – era necessario che uscisse, perché c'è - è vinto dalla croce. Nel male fatto da noi Dio compie il suo disegno di salvezza: dà la sua vita a chi gliela toglie.
Questa comprensione, frutto dell'esperienza fatta, diventa invocazione, discernimento e nuovo dono della Spirito, che li riempie e scuote la casa dove stanno.
Il cenacolo non è più il luogo in cui ci si chiude per paura: è il luogo fraterno di comunione e amore che sempre si scuote per “scrollarli” fuori, portando al mondo intero il fuoco e la luce che brucia dentro di loro.
Chi ne fa esperienza, capisce la croce di Gesù come salvezza e dono dello Spirito che si realizza OGGI.
La persecuzione è la vera maestra di teologia: ci fa come il Maestro. Ogni chiesa è nata dal sangue dei martiri come da quello di Cristo.