Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 4 marzo 2013


Listen Later

Commento a Atti 14, 20b-28

Dio aprì ai pagani la porta della fede

Perorazione a un futuro Papa per aprire “ai pagani la porta della fede”.

Paolo, alla fine del suo primo viaggio apostolico, capisce l’opera di Dio: aprire ai pagani la porta della fede. Ma già verso metà viaggio, ad Antiochia di Pisidia, disse ai suoi correligionari: “ Da ora in poi io andrò dai pagani” (At 18,6; cf. 13,46). Transit salus in gentes! È come se dicesse: “Voi da 2.000 anni osservate le vostre sante tradizioni e aspettate che Dio compia le promesse. Non vi accorgete che Dio già le ha compiute e le compie ancora e sempre? Aspettate la venuta del Signore. Ma lui è venuto, viene e verrà. La sua attesa è solo che voi lo accogliate. Invece lo rifiutate per restare attaccati alle vostre attese, che rischiano di diventare i vostri idoli”.
Spero che presto o tardi – meglio presto che tardi! –, dopo tanti ‘Pietro II’ venga un Papa Paolo VII che dica ai cristiani di Roma: “Inizia il terzo millennio per voi che osservate le vostre sante tradizioni e aspettate che Dio compia le promesse. Non vi accorgete che Dio già le ha compiute e le sta compiendo adesso? Aspettate la venuta del Signore. Ma lui è venuto, viene e verrà allo stesso modo in cui è venuto: sulla croce. La sua attesa è solo che voi lo accogliate per risorgere anche nei vostri cuori. Invece lo rifiutate per restare attaccati alle vostre sante tradizioni. Anzi, di più, vi servite di lui per avere privilegi e potere sugli altri. O, peggio ancora, usate privilegi e potere credendo di servirlo. Così il bel ‘nome di Dio è bestemmiato per causa vostra’ (Rm 1,24; Is 52,5).
Lui invece viene in quelle situazioni di maledizione che abbiamo sotto gli occhi. È l’affamato, l’assetato, l’immigrato, il nudo, il malato e il carcerato. Viene nel più piccolo dei nostri fratelli. Noi, da grandi o piccoli inquisitori, lo mandiamo via, perché non rovini la nostra buonafede. Gli facciamo anche l’elemosina, per mandarlo via in fretta senza sentirci in colpa. Sto confessandomi! Fate/facciamo di tutto per non convertirci… Bene! Il Vangelo è per i poveri. Il vangelo sono i poveri, che salvano noi se li accogliamo. In loro accogliamo il nostro Re, il Crocifisso che viene a salvarci. Quando apriremo gli occhi e piangeremo o almeno rideremo della nostra infinta stoltezza?
Siamo nel terzo millennio. Da troppo tempo la nostra situazione è uguale a quella dei Giudei nei confronti di Gesù. Ebbene”, concluderà finalmente un futuro Papa Paolo VII: “io esco da S. Pietro e scuoto per voi la polvere del Vaticano. Vi dico che d’ora in poi mi rivolgerò a pagani e non credenti. Che il vostro rifiuto diventi salvezza per tutti; e che la salvezza di tutti muova la vostra gelosia e salvi anche voi” (cf. Rm 11,1ss).
Ogni generazione e ogni persona ha bisogno di questa parola chiara di Paolo. Dio voglia che apriamo la porta della salvezza ai pagani, ossia a tutte le genti, a questo nostro mondo postmoderno, che Dio ama di amore eterno e per il quale ha dato il suo Figlio unigenito (Gv 3,16).
Ma perché il mondo creda, ha bisogno di vedere l’unità dei cristiani, fondata non sul potere e sul prestigio, né su leggi e siepi di codici, ma nell’amore. L’amore accoglie ciascuno nella sua diversità e situazione particolare. Parlando della sua gloria imminente che si rivela dalla croce, Gesù prega per noi il Padre dicendo: “La gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi inciasti e li amasti come amasti me” (Gv 17,22s).


Dio aprì ai pagani la porta della fede
È l’ultima tappa del primo viaggio apostolico di Barnaba e Paolo, iniziato in 13,1ss. Ora l’annuncio della fede si apre a tutti. La salvezza, che viene dai Giudei, finora è stata accolta da Ellenisti e pagani simpatizzanti. Ora è proclamata direttamente a tutti i popoli, in piazza, fuori dalla sinagoga. La peripezia che ha scambiato Paolo e Barnaba per Hermes e Zeus, fa entrare il cristianesimo direttamente nel paganesimo. E ci entra attraverso la croce: Paolo è lapidato come Stefano. E dal suo sangue germoglia la salvezza per i pagani.
In questo viaggio, anche con ciò che è capitato a Listri, dove si sono visti venire incontro i sacerdoti pagani, Paolo e Barnaba hanno capito l’opera alla quale Dio li aveva riservati (13,2.46): “Dio aprì ai pagani la porta della fede” (14,27). È la rivelazione del mistero nascosto dai secoli eterni, (Rm 16,25ss.), il disegno di “ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra” (Ef 1,9ss). È il compimento dell’opera della creazione nuova, che apre a tutti l’accesso alla benedizione a cui Dio aveva destinato tutte le sue creature. Ora è chiaro che Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità (1 Tm 2,4).
Arrivati a questo punto, nascono i problemi di inculturazione. Questa rimane un cantiere aperto, oggi come allora. Come far comunione nella diversità, senza fare come Pietro e come sempre si fa: “Uccidi e mangia!” (10,13). In realtà spesso uccidiamo l’altro, per mangiarlo e assimilarlo a noi. Invece siamo noi che dobbiamo essere simili a Dio, che fa tutti diversi e ama tutti per quello che sono e si dà da mangiare a tutti. Solo ciò che è contro l’amore è contro Dio!



DIVISIONE
a - vv.20b-21a: uscita da Listra ed evangelizzazione di Derbe
b - vv. 21b-26: il ritorno ad Antiochia rivisitando le comunità di Listra e Iconio
c - vv. 27-28: il racconto dell’opera compiuta alla comunità che li aveva inviati
...more
View all episodesView all episodes
Download on the App Store

Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti