Lectio: Atti degli Apostoli

Lectio degli Atti degli Apostoli di lunedì 4 novembre 2013


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Commento a Atti 19, 23-41

Uomini, sapete che da questo lavoro viene il nostro benessere

Quando Luca compone gli Atti degli apostoli (70 d.C.) la comunità di Efeso è, forse, seconda solo a Roma. Quella di Gerusalemme già si era dispersa nella distruzione della città santa.
Paolo, oltre che evangelizzatore, si è mostrato pastore e responsabile di comunità. Nei racconti di Efeso Luca tramanda ai suoi lettori, gli elementi fondamentali del cristianesimo: la fede nel Signore Gesù, il Battesimo nel suo nome, lo Spirito Santo con la liberazione da spiriti cattivi, l’inserimento nella comunità (19,1-7) insieme alla rottura con la magia e le usanze devozionali/religiose pagane (19,12-20).
C’è stato anche il distacco pubblico dalla sinagoga e un luogo “laico” in cui ascoltare la Parola (19, 8-11). Il cristianesimo, come è stato contro il feticismo del tempio di Gerusalemme fatto da mani d’uomo (cf. il discorso di Stefano al cap. 7), è ora contro il tempio della dea che tutta l’Asia e il mondo intero adorano, fatto anch’esso da mani d’uomo (cf. 19, 25-27). Vero e unico tempio del Dio creatore è l’uomo stesso, suo figlio (17, 26-29).
La corsa della Parola distrugge l’idolatria e minaccia il paganesimo in generale (v. 26). Il quadro, che può sembrare esagerato, è attendibile in quelle regioni dell’Asia vent’anni dopo, quando Luca scrive gli Atti. La lettera di Plinio a Traiano dice: “Non è soltanto nelle città, ma anche nelle borgate e nelle campagne che si è propagato il contagio di questa superstizione … Mi risulta senza dubbio che i templi, ormai quasi disertati …” (Ep. 10, 96, 9-10)].
L’intento di Luca è anche apologetico: difende il cristianesimo dall’accusa di profanare la religione del popolo e di offendere il culto pubblico. I cristiani non hanno un comportamento che va contro i limite della legalità - accusa spesso rivolta anche ai Giudei.
Luca smaschera ciò che spinge a insorgere contro la Via: non sono le convinzioni religiose, ma gli interessi materiali. È l’antitesi irriducibile tra Dio e mammona (cf. At 5,1-11; At 16, 16-19 e At 19, 19).
Il motivo delle persecuzioni è economico prima che ideologico. È ciò che denuncia anche Friedrich von Spee nei processi contro le streghe nel suo libro:”Cautio criminalis”.
Il denaro è il vero dio di questo mondo. È l’onnipotente che dal nulla crea il mercato e la borsa, le cui regole liturgiche garantiscono di realizzare ogni desiderio. Il danaro - la più grande invenzione umana - è la scimmia di Dio. A chi ha fede in lui, promette tutto e procura tutto. Compresa la dannazione e l’esclusione dalla felicità. Come lo Spirito è principio di ogni dono, il denaro assicura d’avere in mano qualsiasi cosa e persona, perfino … dio.
Oggi non ci sono più regni da ambire. L’ex-re Faruk diceva che al mondo c’erano solo 5 re: i quattro delle carte e la regina d’Inghilterra. Dimenticava però un quinto re, più potente di tutti. È il divino danaro, sovrano assoluto su tutto. Manovrato dal diavolo, seduce ancora tutti come e più dei re di una volta. Seduce anche noi cristiani. Quanto allegramente cediamo alla promessa che satana fece a Cristo quando gli promise tutti i regni della terra: “ Se ti prostri dinnanzi a me, tutto sarà tuo” (Lc 4,7).
Questo racconto richiama At 16,16ss, dove il fattore “economico” sta all’origine della persecuzione. Richiama anche At 18,12ss per il tipo di accuse e per la dichiarazione dell’innocenza di Paolo, con il ribaltamento a sorpresa in cui gli accusatori prendono il posto dell’accusato.




DIVISIONE
a. vv. 23-25a: il tumulto di Demetrio e degli argentieri
b. vv. 25b-27: discorso di Demetrio “religioso-economico” contro Paolo
c. vv. 28-29: la piazza infiammata e inferocita
d. vv. 30-32: Paolo dissuaso dal presentarsi e descrizione della folla
e. vv. 33-34: l’intervento di Alessandro e le grida della piazza
f. vv. 35-41: interevento del cancelliere: dichiara sedizioso l’assembramento
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Lectio: Atti degli ApostoliBy Silvano Fausti