Commento a Atti 8, 26 - 40
Cosa impedisce che io sia battezzato?
Il racconto ha del “magico”. Ma per Dio non è problema fare magie. Più magico di ciò che esiste, non c’è nulla. Sono diverse dalle magie di Simone il mago, frutto di trucchi o doti para-normali o artifici diabolici. Dopo l’attività in Samaria, usciti dalla Giudea, l’orizzonte si apre subito fino agli estremi confini della terra, cominciando dal punto più lontano, la misteriosa e mitica Etiopia, nel cuore dell’Africa. Nessuna l’ha mai vista, se non attraverso i racconti.
Questa rottura di orizzonte all’infinito, già posto all’inizio dell’uscita dai territori noti, è opera esclusiva di Dio, che indica il futuro, aprendo la missione sempre al di fuori più lontano. È il preludio, anche stilistico, a ciò che segue: la chiamata di Paolo. Segna il grande snodo: “la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni, ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture profetiche, per ordine dell’eterno Dio, a tutte le genti” (Rm 16,25s). È il mistero stesso di Dio che è anche quello dell’uomo: lui è madre/padre di tutti. E noi tutti siamo chiamati a riconoscere e accettare l’amore che lui ha per noi (1Gv 4,16), perché possiamo amare noi stessi e tutti gli altre come fratelli. Così partecipiamo della vita stessa del Dio che “è amore” (1Gv 4,8).
Questo racconto apre lo scenario su Paolo - che porterà avanti l’annuncio di questo mistero a tutte le genti - con l’interludio di Pietro che, nolente, è costretto a battezzare il pagano Cornelio sul quale già è sceso lo Spirito.
Il racconto è un modello di catechesi: come e chi accostare, cosa dire e cosa fare, quale il risultato. L’evangelizzazione non avviene per un progetto nostro, ma con l’adesione a ciò che lo Spirito indica e a ciò che sta accadendo, con attenzione alle persone, cominciando da ciò che escluderemmo come assurdo, improbabile o impossibile. Lì Dio è più presente. Perché sulla croce si è fatto vicino a ogni possibile e impossibile lontananza.
Nell’evangelizzazione è determinante la Bibbia e la sua lettura cristiana. Il criterio di lettura della promessa è partire dal suo compimento. Con i discepoli di Emmaus Gesù risorto spiega la sua morte attraverso le scritture; con l’etiope le scritture sono spiegate attraverso la sua morte e risurrezione.
L’Antico Testamento è comprensibile in pienezza nel suo compimento: “So che deve venire il Messia, cioè il Cristo: quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa”, diceva la samaritana a Gesù. Che gli rispose: “Sono io che parlo con te”(Gv 4,25-26).
DIVISIONE
a. vv. 26-27: programmazione apostolica: proposta/ascolto/incontro
b. vv.29-31: suggerimento Spirito: 1. accostati; 2. ascolta; 3. interroga; 4. accetta invito
c. vv.32-33: centro annuncio: Is 53: Giusto sofferente/glorificato: problema del male vinto col bene
d. vv. 34-35: di chi parla? /evangelizzare Gesù
e. vv.36-38: battesimo
f. vv. 39-40:scomparsa di Filippo